mercoledì 27 maggio 2009

Il femminile


Il nesso tra cappuccetto rosso e i vari processi del femminile inventati per continuare "il lavoro" era l'apparente ingenuità della stessa (magistralmente messa in luce, ad esempio, da Stefano Benni in "Terra!" nel capitolo intitolato "Cappuccetto nero", oppure da Claudio Bisio, che dice: "metttete una cuffietta al vostro cane e poi ditemi se assomiglia a vostra nonna: se sì, dovete abbattere vostra nonna!". In pratica si dava della "cappuccetto rosso" a quelle donne che avevano un modo di fare ingenuo, semplice, a volte dotate di intelligenza "al limite" (quelle - come anche i maschi - un po' più lente a capire le cose o un po' meno attente e rapide nel dare risposte chiare e pungenti senza incasinarsi e senza offrire il fianco ad ulteriori bacchettate su nuovi "processi" inseriti ad arte). In ogni seminario, intensivo, lavoro in genere, il maestro era un fiume in piena di parole, esempi, aneddoti, citazioni - senza fonti - oggetti fatti girare nel cerchio, figure, pubblicità, fotocopie, storie fatte raccontare ad hoc dagli adepti più affidati che "dimostravano" la verità del metodo e della teoria, del tutto incuranti del fatto che il metodo scientifico procede per tentativi di FALSIFICAZIONE e non per racccolta, anche abbondantissima, di conferme. Dopo 10-12 ore di conferme, anche cappuccetto rosso era quello che diceva vito, non quello che ricordavamo da bambini. Dopo 10-12 ore di informazioni che vanno sempre e solo nel senso della assoluta ed incontestabile verità di arkeon e delle esperienze positive, mentre eventuali esperienze negative vengono sempre ed incontestabilmente liquidate in fretta, oppure legate a rovina, crolli, fallimenti, divorzi, morti, incidenti, tumori, aids conclamati contrapposti ad immunità dal virus o a virus scomparsi, la mente è sovraccarica e vulnerabile, e questo non lo dico io, ma cent'anni di psicologia sperimentale.

Per concludere, la donna in questione aveva avuto un aborto spontaneo perchè si era comportata da cappuccetto rosso essendo ingenuamente legata al bisogno e al desiderio di avere il suo compagno a fianco a sè, mentre lui era a mille km di distanza a frequentare, per soli 900 euro, il corso di "preparazione al master" che avrebbe fatto di lui un vero uomo, e lei, chiamandolo e dicendogli che stava male, voleva impedirglielo e viveva in un mondo fiabesco in cui si può essere la principessa con il principe azzurro, ma in realtà si sta realizzando il progetto della diabolica strega (la madre perversa), mantendo il proprio uomo piccolo e debole ed esendo forte di lamentele, capricci ed ingenuità. Percorrere le strade della città con il cappucceto rosso è una storpiatura del cosiddetto "shame attacking", esercizio inventato da Albert Ellis negli anni 60, che consisteva (e consiste tutt'oggi, anch'io ne ho dovuti fare alcuni nel mio "Primary Certificate in Rational Emotive Behaviour Therapy, nel 1996) nell'eseguire azioni che producono imbarazzo e vergogna (una fra tutte, famosa tra gli studiosi di Ellis, camminare in una strada del centro di New York con una banana al guinzaglio) per provare e superare tali sentimenti quando, durante una terapia, essi si rivelano inutili, controproducenti e dannosi per il cliente/utente/paziente. Tali esercizi sono utili se e solo se:

- A proporli è un terapeuta qualificato e autorizzato a farlo

- Dopo l'esercizio viene dedicata una seduta per ragionare insieme sui sentimenti prodotti, su possibili pensieri alternativi, su quali pensieri automatici si sono presentati durante l'esercizio, ecc.

- L'esercizio viene concordato e non imposto

- L'esercizio viene discusso, preparato, eseguito ed elaborato SOLO con il terapeuta e non insieme ad altri che non hanno l'impegno a mantenere la privacy del singolo. Se si sta lavorando in gruppo, tutti i partecipanti al gruppo devono avere firmato, oltre ai soliti moduli ex D Lgs 196/03, un impegno a mantenere la riservatezza su quanto viene detto durante i gruppi, che comunque non durano MAI più di 3 ore, e non sono composti MAI da più di 12 persone.

- Durante l'esecuzione dell'esercizio il paziente lo può interrompere in qualsisai momento, senza aspettarsi commenti negativi per questo, ma solo una pacata discussione su come mai si è fermato

- Si lavora insieme, si è d'accordo, c'è "alleanza terapeutica", altrimenti è colpa del terapeuta, che deve farsi supervisionare da qualcuno più esperto di lui.

...e potrei continuare, ma credo a La Jolla non abbiano insegnato nulla di tutto ciò.
Carlo

lunedì 25 maggio 2009

Crisi di astinenza

Grazie Emanuela per essere tornata a scrivere, fa bene leggerti anche se il dolore e il rimpianto per ciò che abbiamo sprecato e bruciato si ravviva a ripensarci. Sottoscrivo e confermo in pieno tutte le fasi e i sintomi che descrivi. Ne aggiungo uno: noi (io e mia moglie) lo abbiamo chiamato "crisi di astinenza" perchè non c'è modo migliore di descriverlo. Abbiamo avuto momenti di dubbio, di disagio anche fisico, irrequietezza, tensione, insonnia, accessi di rabbia, seguiti dal pensiero "non ho nessuno da chiamare, non c'è un posto dove fare del lavoro per risolvere questo malessere e questo disagio, forse dovremmo tornare ad un seminario". Ma col passare delle ore e dei giorni tornava la chiara consapevolezza che il malessere era causato dal gruppo e non risolto in esso; che i pensieri "astinenziali" erano stati innestati nelle nostre menti in anno di risposte del tipo "ci lavoriamo", "su questo ci devi lavorare", "bisogna fare del lavoro" "qui ci vuole tanto lavoro", "non preoccuparti, che c'è l'intensivo" e così via. Abbiamo scoperto che è possibile litigare, arrabbiarsi, e poi comprendersi e riunirsi senza rituali, senza musiche, incensi e candele, solo con il dialogo e l'amore che è stato, grazie a Dio, più forte dei condizionamenti. Abbiamo scoperto che i disagi e le tensioni sono all'ordine del giorno nella vita di tutti, e che affrontarli in modi normali li rende meno spaventosi e meno minacciosi. Dopodomani partiamo per la prima vera vacanza della nostra vita insieme: senza intensivi, senza riunioni dei maestri, senza premaster, senza cerchi, senza tamburi, senza assegni postdatati e senza prestiti dalle finanziarie, e questo sì, riduce lo stress e le tensioni in modo fantastico, senza generare vuoto, dolore, angoscia, separazione e smarrimento. Ho chiesto scusa alle persone che ho cercato di convincere a partecipare ai seminari. Ho chiesto scusa a professionisti del campo della salute mentale che ho considerato "perversi", "incompetenti" o "ignoranti", quando invece sono, loro sì, dei maestri (ma con la m minuscola), nel senso che insegnano e hanno una autorità accademica, legale e riconosciuta, una esperienza clinica e didattica istituzionale, e un'etica che rispettano davvero. Ho chiesto scusa a familiari ed amici che ho allontanato, criticato e deriso, in faccia o alle spalle, lasciandoli a chiedersi "ma cosa gli hanno fatto?". E quindi un altro sintomo che ho provato è stata l'umiliazione, che resta con me assieme alla sensazione di essere stato poco attento, poco lucido, poco critico. "This too shall pass" dicono gli americani ai drogati in recupero: "anche questo passerà"...
Carlo

sabato 23 maggio 2009

Effetti della fuoruscita

come ho scritto nel mio primo intervento, sono stata legata al gruppo Arkeon per 12 anni, da quando i seminari non si chiamavano ancora seminari di Arkeon ma seminari di Reiki. Sono stata iniziata al primo livello di Reiki nel maggio del 1994 e ho rassegnato le dimissioni dal contratto di “maestra di Arkeon” nel febbraio del 2006. Al livello di “Reiki master” sono stata iniziata nel giugno del 1995.

In questi anni ho partecipato più volte a molti dei lavori proposti: intensivi (o come si chiamano ora, seminari residenziali), pre master, master training, innumerevoli seminari di primo e secondo livello, oltre che a quasi tutte le riunioni dei maestri e a 3 riunioni dei maestri di Arkeon.
In questi 12 anni la mia vita è stata totalmente condizionata dal credo di questo gruppo, generato dalle convinzioni personali del suo leader, a cui io ho aderito per anni acriticamente.
I motivi di questa mia adesione acritica sono molteplici, ma non è questo l’argomento del mio intervento di oggi.

Oggi vorrei parlare di quelli che sono e sono stati gli “effetti collaterali” da me avvertiti nel periodo in cui ho meditato di uscire e sono poi uscita dal gruppo Arkeon.

In primo luogo, da quando è cominciata a maturare in me l’idea di uscire da questo gruppo (un anno e mezzo fa), ho cominciato ad avvertire moti improvvisi di paura, completamente scollegati da qualsiasi situazione di pericolo realmente esistente. Erano attacchi di panico in piena regola che cominciavano con la sensazione di non riuscire a respirare fino in fondo. Qualche tempo fa ne avevo parlato con una mia ex-amica del gruppo, ma ancora non avevo compreso la causa di questi “attacchi”.
L’unica cosa che avevo notato, era la somiglianza di questi episodi con gli attacchi di panico che nel passato avevo avuto ogni volta che mi ero trovata a tagliare i rapporti con i membri della mia famiglia ritenuti “perversi”, o con tutte le amiche che avevo perché ritenute “lesbiche”.
Era anche la sensazione con cui convivevo quotidianamente negli anni più “bui” della mia esperienza con questo gruppo, quando ormai avevo reciso tutti i rapporti con le persone esterne al gruppo e con la mia famiglia di origine e mi ero trovata a vivere una vita quasi da reclusa, in cui le uniche persone che frequentavo erano mio marito e le nostre figlie (allora molto piccole) e in cui gli unici contatti con persone diverse da loro erano quelli con le persone che partecipavano ai seminari. Contatti che però, il più delle volte, si limitavano ai giorni del seminario.

Mi sono resa conto che questi attacchi di paura erano collegati alla mia decisione di lasciare Arkeon, quando ho potuto confrontare le mie sensazioni con quelle di altri fuoriusciti che avevano vissuto episodi simili.

In secondo luogo, un “effetto collaterale” bello è stata la sensazione di essere uscita da una sorta di bolla in cui mi sentivo rinchiusa da anni e che mi separava dalle persone e dal mondo. E’ bello guardare gli altri senza cucirgli addosso un “processo”, senza il pregiudizio che non si possano avere con gli altri relazioni profonde e soddisfacenti perchè “non hanno fatto il lavoro e sono quindi tutti preda di automatismi ed incantesimi”.
Mi sono trovata a vivere con una nuova fiducia negli altri, una fiducia che negli anni di appartenenza a questo gruppo avevo perduto perché, col lavoro di Arkeon, si crea una sorta di dicotomia fra chi appartiene al gruppo e segue il “lavoro” e chi al gruppo non appartiene e “vive la sua vita come una mosca cieca, preda inconsapevole di inconsci automatismi ed incantesimi”.

In terzo luogo, ho provato un grande rimpianto e dispiacere perché, negli anni di appartenenza a questo gruppo, ho bruciato tutti i miei diari, su cui per anni (dai 15 ai 30) avevo annotato scrupolosamente pensieri, eventi, riflessioni, sogni e speranze, su cui avevo scritto della mia vita, delle gioie e dei dolori, degli amori e delle illusioni, dei traguardi raggiunti e sognati…..
Ho buttato nel “sacro fuoco”, come chiamano la pira che arde durante i giorni dell’intensivo, i miei racconti, le mie poesie, le letterine ricevute nell’infanzia dalle prime amiche del cuore…. Insomma, tutto quello che, veniva detto, mi poteva tenere legata al mio “passato perverso” e impedirmi di progredire sul “cammino della consapevolezza” presentato dalle teorie di evoluzione della coscienza propagandate da Arkeon.
E’ come se, bruciando quegli scritti, avessi cercato di bruciare la mia vita passata; invece, così facendo, mi sono solo procurata una mutilazione. E’ come se al posto della fluente coda che erano quelle pagine redatte nel passato fosse rimasto un misero moncherino, doloroso memento dell’ amputazione che mi sono auto inflitta, una sorta di ferita della memoria che mi porterò dietro per sempre.

Infine, mi è tornata la voglia di leggere e studiare. Mi è tornata la voglia di ridare al mio cervello quel nutrimento intellettuale che per anni gli avevo negato. Non che in Arkeon venga detto di non leggere o studiare, ma un effetto spiacevole che la mia esperienza in questo gruppo mi aveva causato, è stato quello di “mettere a dormire il cervello”.

Lasciare Arkeon è stata per me una vera rivoluzione a livello emotivo e mentale, è stato un riappropriarmi del diritto di provare emozioni per tutto (non solo per quello che poteva essere “approvato” nel gruppo) ed esercitare il mio spirito critico su qualsiasi cosa, in primo luogo sulla mia esperienza in e di questo gruppo. E la sensazione è impagabile.

Ogni rivoluzione è sempre stata accompagnata dal grido: “Viva la Libertà” ed è proprio questo grido che sento ora di poter regalare alla mia vita.
Emanuela

venerdì 22 maggio 2009

Falso profeta

Padre Cantalamessa: falso profeta è chi “annacqua” la Parola di Dio
Seconda predica quaresimale in Vaticano al Papa e alla Curia romana

29/02/2008


di Mirko Testa

CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 29 febbraio 2008 (ZENIT.org).- Gli uomini di Chiesa devono rifuggire il pericolo di tramutarsi in falsi profeti che riducono a “chiacchiere profane” o “estenuano” in mille spiegazioni la parola di Dio, ha detto il Predicatore della Casa Pontificia.

Questo venerdì mattina, nella Cappella “Redemptoris Mater”, in Vaticano, alla presenza di Benedetto XVI, padre Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., ha tenuto la seconda delle meditazioni quaresimali incentrate sul tema: "Viva ed efficace è la parola di Dio" (Ebrei, 4, 12), in vista del prossimo Sinodo dei Vescovi.

Riprendendo il filo narrativo interrotto la scorsa settimana, padre Cantalamessa è tornato a riflettere su Gesù non più “nella sua qualità di annunciatore, ma nella sua qualità di annunciato”.

Punto focale del suo discorso è stata “la Parola di Dio nella missione della Chiesa”. A questo proposito, il frate cappuccino ha richiamato un passaggio del Vangelo di Marco in cui Gesù afferma: “Ma io vi dico che di ogni parola inutile gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio” (Mt 12,36).

Il Predicatore del Papa ha quindi spiegato che “l'opposizione tra parola di Dio e parola di uomini”, messa in luce nel brano evangelico, implica una “opposizione tra la parola 'che opera' e la parola 'che non opera', tra la parola efficace e la parola inefficace e vana”.

“La parola inutile – ha chiarito – è la contraffazione della parola di Dio, è il parassita della parola di Dio”.
“Quella parola di Gesù non giudica il mondo, ma la Chiesa – ha precisato –; il mondo non sarà giudicato sulle parole inutili [...], ma sarà giudicato, semmai, per non aver creduto in Gesù”.

Quelli cui allude Gesù, quindi, “sono gli uomini di Chiesa; siamo noi predicatori della parola di Dio”. A questo proposito, ha avvertito che “i 'falsi profeti' non sono soltanto coloro che di tanto in tanto spargono eresie; sono anche coloro che 'falsificano' la parola di Dio. I falsi profeti sono coloro che non presentano la parola di Dio nella sua purezza, ma la diluiscono ed estenuano in mille parole umane che escono dal loro cuore”. “I falsi profeti sono coloro che fanno tutto l'opposto e cioè trasformano il vino puro della parola di Dio in acqua che non inebria nessuno, in lettera morta, in vano chiacchiericcio”, in “chiacchiere profane [...] che non hanno attinenza con il disegno di Dio, che non c'entrano con la missione della Chiesa”.

“Essi, sotto sotto, si vergognano del Vangelo e delle parole di Gesù, perché troppo 'dure' per il mondo, o troppo povere e nude per i dotti, e allora cercano di 'condirle' con quelle che Geremia chiamava 'le fantasie del loro cuore'”.
Infatti, ha sottolineato, “nell'era della comunicazione di massa, la Chiesa rischia di sprofondare anch’essa nella 'paglia' delle parole inutili, dette tanto per dire, scritte tanto perché esistono riviste e giornali da riempire”.
Tuttavia, “attraverso il filtro di mille distinzioni e precisazioni e aggiunte e spiegazioni, in se stesse anche giuste [...] si fa la stessa recisa cosa che Gesù rimproverò, quel giorno, ai farisei e agli scribi: si 'annulla' la parola di Dio; la si 'irretisce', facendole perdere gran parte della sua forza di penetrazione nel cuore degli uomini”.

Padre Cantalamessa ha poi messo in guardia sul pericolo di usare la parola di Dio “per fare discorsi di circostanza, o per ammantare di autorità divina discorsi già fatti e tutti umani”, o ancora peggio per “sostenere ogni sorta di progetti umani: dalla lotta di classe alla morte di Dio”.

“Quando non c'è alcuna speranza di poter portare gli ascoltatori a quel punto in cui è possibile dire loro: 'Convertitevi e credete!', allora è bene non proclamare affatto la parola di Dio perché essa non sia strumentalizzata per fini di parte e, quindi, tradita”, ha suggerito padre Cantalamessa.
Meglio piuttosto predicare “con la presenza e con la carità il Vangelo del regno”, ha esclamato.

“La realtà dell'esperienza e, quindi, la parola umana non è esclusa, evidentemente, dalla predicazione della Chiesa, ma essa deve essere sottomessa alla parola di Dio, a servizio di essa”.

Occorre, quindi, “parlare in Cristo”, o parlare “come con parole di Dio”, perché “l’ispirazione di fondo, il pensiero che 'informa' e sorregge tutto il resto deve venire da Dio, non dall’uomo. L’annunciatore deve essere 'mosso da Dio' e parlare come in sua presenza”.

Il Predicatore della Casa Pontificia ha poi osservato che “lo stesso bisogno si avverte nelle comunità religiose”, dove “c’è il pericolo che nella formazione data ai giovani e ai novizi, negli esercizi spirituali e in tutto il resto della vita della comunità, si spenda più tempo sugli scritti del proprio fondatore (spesso assai poveri di contenuto) che non sulla parola di Dio”.

Per “trovare nella Scrittura l'alimento”, ha poi precisato padre Cantalamessa citando Origene, occorre “sopportare una certa 'povertà dei sensi'” - quando “l'anima è circondata da oscurità da ogni lato” - , inseguire una “laboriosa ricerca” e abbandonarsi alla “preghiera”.

“Nessuno, è chiaro, è all'altezza – ha concluso –. [...] Possiamo però pregare e dire: Signore, abbi pietà di questo povero vaso di creta che deve portare il tesoro della tua parola; preservaci dal pronunciare parole inutili quando parliamo di te”.

http://www.zenit.org:80/article-13668?l=italian
FALSI PROFETI.....oggi dilaga la moda dei falsi profeti....., interessante !!!
Tritri

giovedì 21 maggio 2009

Essere o non essere psicologo

Credo che per fregiarsi di questo titolo, e ancor di più per poter operare come tale, bisogna sostenere un esame di abilitazione ed essere regolarmente iscritti all'albo, non avere semplicemente una laurea in psicologia.
Pacifico che Vito Carlo Moccia non lo sia, in tv a Mi Manda Rai Tre il presidente dell'ordine ha chiarito che sono state fatte denunce a suo carico per esercizio abusivo della professione. Pacifico che la sua "laurea" alla Jolla non valga neppure come il diploma per corrispondenza di Radio Scuola Elettra.
I lavori dei seminari mi sembrano di chiara matrice psicoterapeutica. Ovunque nelle testimonianze vecchie e nuove si fa riferimento al guarire traumi e ferite. Con candele e riti vari o la psicoterapia della domenica?
Inorridisco.

Ma ora mi sorge un altro dubbio.
Qualcuno sa se la Di Marzio è una professionista iscritta all'albo? Penso che raccogliere testimonianze di abuso e contattare chi le ha scritte, che nei fatti vuol dire interagire con le vittime di traumi profondi come quelli di cui si parla nell'indegine in corso, bisogna essere qualificati ed estremamente preparati.
L'equilibrio di persone abusate, ancor più se minori, è davvero cosa estremamente delicata.

In caso non lo fosse mi chiedo come mai, visto che pare così attenta nel riprendere ogni virgola, non abbia prontamente corretto un intervenuto sul suo forum, il sagace Honesty, che le ha scritto "Lei che è veramente psicologa farebbe fare a persone border line, con diagnosi di disturbo bipolare di personalità,hiv,con tentati suicidi attivi alle spalle, gruppi a forte intensità emotiva sulla rabbia, sulla vita e sulla morte, senza contenimento alcuno condotti da ragionieri, architetti e geometri?"
Forse le è sfuggito questo dettaglio nel rispondere, forse era distratta dallo studio su Arkeon che a me pare proprio una glorificazione, magari tra un po' chiederanno Vito santo subito...
Certo è che il titolo di "dottore" uno che prende una laurea ce l'ha e ha il diritto di usarlo, ma forse c'è bisogno di chiarezza per tutelare chi chiede aiuto.

Dott.ssa Tinelli, lei che è veramente psicologa, mi può illuminare? Magari anche altri professionisti che ci leggono possono, se vogliono, aiutarmi a diradare le nebbie.
Lella

mercoledì 20 maggio 2009

A distanza

Ho partecipato ad un solo seminario anni fa perché una mia amica ne era entusiasta.
Mio padre stava male e mi dissero che con i trattamenti che gli avrei fatto dopo il primo livello, avrei potuto aiutarlo a star meglio. Lo definivano un metodo di guarigione naturale per se stessi e per gli altri.
Trovai assurdi i riti d’iniziazione ( io con gli occhi chiusi per tre o quattro volte e a mani giunte), con il “maestro” che si muoveva intorno e mi alitava addosso.
L’altarino con i fiori, le foto incorniciate di quattro giapponesi, del maestro di bari e del maestro in questione erano vicino a un’immagine del volto del Cristo.
Cominciarono a dirmi che era solo il primo passo e solo con il secondo livello avrei potuto fare i trattamenti a distanza lavorando bene con l’energia che si stava muovendo..
E così via con altre assurdità similari.., incensi bruciati, gente che piangeva ed esercizi di regressione che non so come definire,ma erano volti a farci ritrovare la nostra dimensione infantile. Tutto veniva definito “sacro”. Tra l’altro queste persone pur non avendomi mai vista nè conosciuta cominciarono ad abbracciarmi dicendo che ero una bella persona e che oramai nessuno più poteva togliermi il livello affibbiato.
Decisi che tutte queste persone così poco stabili, invasate ed esaltate non facevano per me, ne tanto meno il loro metodo.
Mio padre morì da lì a pochi mesi.
In quel periodo la mia amica era molto invasata, ed era difficile per noi capire perché non era disponibile e dovesse fare seminari ed intensivi in continuazione.
Ora che ne è uscita da diversi anni, è tornata ad essere la persona che noi tutti amici conoscevamo; non parla più con la loro terminologia ed ha compreso che la vita è comunque fatta di problemi, di alti e bassi risolvibili in concretezza e non con i trattamenti a distanza nella speranza che lavori l'energia!

Elena

lunedì 18 maggio 2009

Ci vuole testa


Ho frequentato Arkeon per vari anni, più o meno in maniera continua. Vito "il maestro" lo definisco e lo ricordo come una bella persona piena di energia e forza... Il dramma sta nelle persone che, non sempre, lo circondano.
Ho letto tutti i messaggi inseriti nel forum.... la sensazione è quella di dispersione e confusione. Ognuno ha una testa e un pensiero, sta a noi seguire LA COSA GIUSTA. Vito ha dato una direzione, non la ha imposta!!!! Il percorso di ogni persona nasce dal proprio cuore e non da influenze esterne.
Andrea



Dispersione? non credo proprio..
Confusione? nemmeno.
Altro che confusione. Le persone che ritengono con estrema ragione di aver subito hanno le idee chiare su quanto han visto e vissuto sulla propria pelle.
Scusa, ma non penso che tu abbia letto con attenzione le varie e spesso sofferte esperienze di chi a fatica ha trovato il coraggio di uscire allo scoperto grazie a questo sito, alle trasmissioni in tv ed ai motori di ricerca.
E' normale che da seguaci se ne parli bene.., ma tu lo sai che diverse persone grazie a quest'esperienza sono uscite di testa?
A quel punto diventa molto difficile rimettersi in sesto, ci voglioni dei veri specialisti, non i maestri di vita!!
Tu parli di testa, io parlo di tecniche manipolative che ti colpiscono nelle debolezze e che ti rendono dipendente dal maestro il quale non ti indica la via.., ma ti influenza sopratutto mantenendoti all'interno del meccanismo.
Se sei dubbioso o coraggioso e ne esci, vieni etichettato come sfigato, come uno che non ce la farà mai ecc...
Per fortuna non è così.

Paola


...sono totalmente d'accordo con Paola. le persone che hanno lasciato testimonianze su questo sito non sono nè confuse nè "disperse": sono persone che sanno con chiarezza di essere state manipolate per un periodo più o meno lungo e di aver subito un danno, più o meno grave. ricordo invece la confusione che regna sovrana durante i seminari di arkeon, quando i maestri lanciano messaggi totalmente contradditori fra loro, dove un giorno sei portato in trionfo e il giorno dopo buttato giù dalla torre, dove si esalta l'obbedienza agli anziani, ma si predica di mandare a quel paese i propri familiari quando non vogliono venire ai seminari...chi ne è uscito fuori sì, ha veramente ricominciato a usare la sua TESTA.
in quanto alla personalità del Gran Maestro, mi sembra un po' troppo comodo dire che il problema sono alcuni dei collaboratori che lo circondano: sono maestri iniziati da lui e scelti da lui e dato che arkeon ha una struttura chiaramente piramidale, penso che lui sia perfettamente al corrente delle scorrettezze compiute da alcuni dei suoi "adepti".
in ogni caso, spetterà a chi di dovere stabilire il grado di responsabilità di ciascuna delle persone coinvolte in questo gigantesco business.
per salutare tutti, una frase di Paracelso:
"il bene, il male sono nell'occhio di chi guarda,
ma folle è il maestro che vuol fare del suo occhio il lume del mondo."

Mariposa



Nell'ambito di una azienda, il lavoro mal eseguito dei dipendenti, coinvolge necessariamente il 'padrone' dell'azienda stessa. Così come in ambito giornalistico, se un giornalista scrive un articolo diffamatorio, è sempre il direttore responsabile che ne paga le conseguenze maggiori, essendo appunto responsabile. Almeno la legge dice questo, a meno che poi le cose vengano sovvertite per altri scopi poco chiari e poco onesti.
Per questo è comodo dire che l'errore è responsabilità del singolo, che non ha capito il messaggio e ha quindi deviato dalla retta via, quando invece esiste un metodo unitario, cui tutti i membri di una organizzazione devono far riferimento per essere parte di quella organizzazione.

Un atto di onestà potrebbe anche essere, da parte di un responsabile, quello di fermarsi un attimino e indagare sulle segnalazioni ricevute circa alcuni componenti della propria organizzazione e magari accertarsi della verità o meno che esse sottendono, ascoltando le parti e cercando evidentemente di rimediare al danno, se provato.

Parliamo di onestà, di correttezza e di ... testa 'ritrovata'

Lorita




Certo, nessuno mi ha imposto di restare ai seminari e di pagare cifre indescrivibili...... che scoperta! E' proprio su questo che si basa il plagio.
Nessuno ti obbliga con la forza, ma in maniera subdola ti manipolano la mente. Portandoti a fare cose di cui poi, ti puoi pentire, come nel caso di tutti noi che ne siamo fortunatamente usciti!
Ricorda che la confusione, ce l'ho avuta frequentando e tale confusione me l'ha fatta venire proprio il maestro. La lucidità non sapevo più nemmeno cosa fosse, ed il CUORE (visto che vi piace sempre così tanto parlarne) l'ho usato fino a farlo scoppiare, per uscirne però!!! e per tornare a vivere in modo sereno la mia vita!
Ora, oltre ad essere sicuramente più felice di prima, sono anche perfettamente consapevole di ciò che mi è stato fatto là dentro.
E quella che tu descrivi come forza ed energia di questi "maestri", si chiama a casa mia "la forza degli incantatori di serpenti"!
E purtroppo "serpente" lo sono stata anch'io.....

Rugiada





LADDOVE TUTTI PENSANO ALLO STESSO MODO,

NESSUNO PENSA UN GRAN CHE.

Walter Lippmann


Tritri



cara dott. Lorita,
ha toccato uno dei punti essenziali, uno dei tipici argomenti manipolatori che si ascoltano all'interno delle sette è proprio questo: ognuno ricava da questa esperienza quello che ha dentro, il maestro dà solo degli input, poi ognuno è libero di fare quello che crede...un metodo sottile ma neanche tanto occulto di equiparare la responsabilità del plagiato con quella del manipolatore, mettendo sullo stesso piano chi subisce il danno e chi lo provoca. E' anche un tentativo di negare la realtà che lei ha sottolineato, e cioè che esiste un metodo unitario a cui i membri del gruppo si adeguano, e in special maniera chi ascende nella scala delle gerarchie. questo atteggiamento si ritrova non è solo tipico del funzionamento delle sette, ma anche dei sistemi totalitari in genere...sono certa che se si facesse una comparazione tra i metodi usati nei seminari di arkeon e i sistemi di persuasione utilizzati nei sistemi politici totalitari, troveremmo più di un punto in comune.

pur rispettando le scelte religiose di tutti, alla massima "abbi fede", preferisco la massima "abbi dubbi".
grazie ancora per questo spazio. un saluto a tutti

Mariposa

domenica 17 maggio 2009

Riflessioni di oggi


Oggi riflettevo sullo scritto lasciato ieri da un altro ex maestro e sui commenti trovati in rete da chi difende il metodo arkeon attaccando con accanimento la dottoressa Lorita Tinelli. Questa persona per l'ennesima volta attribuisce alla Tinelli la loro distruzione e nello specifico lo star male e la stabilità psicologica dell'ex maestro. Mi chiedo come mai allora egli (l'ex maestro)sia andato proprio sul forum del Cesap a scrivere il suo accorato sfogo nei confronti di arkeon dichiarando che la moglie gli ha detto di non averlo mai amato e di essere stata con lui solo per via di arkeon.
Mi chiedo se l'aver contratto l'hiv o la sua dichiarazione di aver seguito un metodo devastante sia sempre per "colpa" della Tinelli.
Non so se sia la stessa persona o un'altra, ricordo però che ci fù una coppia che veniva menzionata spesso nei seminari di Vito e di altri perchè lui era "guarito" dall'omosessualità ed avevano anche dei figli.
Mi chiedo per quanto tempo questa persona si sia turata il naso per esser costretto in un ruolo che gli avevano cucito addosso e di cui si è convinto per anni.
Quando un ex maestro o ex allievo si "sveglia" e prende coscienza di quello in cui è stato portato a credere per anni viene denigrato immediatamente perchè fuoriuscito? La colpa è dei media perchè ne hanno parlato?
Questo si che mi fa riflettere e pensare ..

sabato 16 maggio 2009

Non ce la faccio più

Questa è la testimonianza di un ex maestro che apprendo oggi dal forum Cesap

"non c'è la faccio più l'esperienza di questi due anni mi ha ridotto ad uno straccio sono arrivato anche a tentare due volte il suicidio con tanto di ricovero in ospedale reparto psichiatrico per disturbi della personalità nella disperazione
dopo la fine di arkeon mia moglie mi ha lasciato dicendo che non mi aveva mai amato e che era stata con me solo per il fatto di far parte di arkeon
io sono caduto in una depressione fortissima e in quei momenti di depressione ho preso l'hiv con dei rapporti omossessuali non protetti perchè prima di esssere convinto del contrario da moccia io ero omosessuale, scrivo non per cercare una via di fuga dalle mie eventuali responsabilità legali ma per offrirle un' altra testimonianza su come certi metodi posssono essere realmente devastanti.io come maestro di arkeon ho semplicemente ubbidito a quello che mi veniva detto dal moccia e ho sempre creduto che il metodo che portavo avanti non avesse niente a che fare con la psicologia. non mi sono mai permesso di essere critico perchè chi lo faceva era tacciato e poi allontanato dal gruppo il resto lo conosce bene anche voi
offro con questa mia la mia totale collaborazione perchè la verità venga a galla e finalmente non succedano più queste cose perche fanno troppo del male alle persone.
un altro ex
"


Trovo questa testimonianza molto toccante... riflettiamo su quanto può essere devastante il metodo arkeon. Mi auguro che questa persona non si lasci andare e che persegua quanto detto sulla verità che dovrà emergere tutta intera

venerdì 15 maggio 2009

Ricevute e fatture

Se dovessi raccontare tutto ciò che ho sentito sulla legittimità di guadagnare in nero ci vorrebbero diverse pagine, forse Tiresia mi può aiutare... Io qui ne riporto alcune, sentite con le mie orecchie e viste in diretta, a volte anche praticate come "organizzatore" senza rendermi conto che stavo partecipando ad una associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, oltre che ad altri reati.
Il primo è l'assegno postdatato.

E' assolutamente illegale, in quanto il mezzo regolare previsto dallo stato per quel tipo di pagamento esiste e si chiama "cambiale", che prevede il 12 per mille di bolli allo stato (in paole semplici per chi non ha voglia di fare i conti: intensivo del costo di 1100 euro, vaglia postale non restituibile da inviare prima possibile, per il quale la fattura dovrebbe essere contestuale all'incasso, cioè emessa nella stessa data in cui la posta locale di Bari consegna i denari; i rimanenti 600 - adesso so che le tariffe sono aumentate, ma per comodità faccio riferimento all'epoca delle mie partecipazioni - possono essere pagati: in contanti (forma assolutamente da preferire); in assegni, senza data, intestati "a me medesimo" e girati, il che porta l'assegno a potere essere incassato da chiunque, quasi come se fosse denaro contante. Infatti, ho visto con i miei occhi usare tali assegni per pagare gli agriturismi ospitanti o, nei seminari, l'affitto delle sale o la camera del maestro; in assegni postdatati, e qui si configura il reato di truffa ai danni dello stato (non a caso la data veniva fatta scrivere rigorosamente in matita, per potere essere cancellata, come qualsiasi prova scomoda). In pratica, per dire "ti darò 600 euro, 300 ad agosto e 300 a settembre", io dovrei acquistare dal tabacchino due cambiali, del costo di 3,6 euro l'una - cifre da capogiro - , compilarle, e consegnarle al creditore, che potrà esigerle alla data prevista.

Questa è l'unica procedura legale, l'assegno postdatato è carta straccia, inesigibile e denunciabile, ma con seri guai più per l'emettitore che per il ricevente... Tempo fa addirittura venivano accettati gli "impegni", ossia pezzi di carta che riportavano in italiano più o meno corretto frasi del tipo "io sottoscritto mi impegno a versare a Vito Carlo Moccia la somma di euro XXX entro il XX/XX/XXXX.

Ovviamente anche qui si tratta unicamente di carta straccia se non bollata adeguatamente al 12 per mille. Nessuno mai si sarebbe permesso di parlare di una cosa del genere, pena l'accusa di essere gravemente in processo col maestro, col denaro, con l'autorità, con l'abbondanza, con la prosperità, con la possibilità di offrire alla propria famiglia una vita dignitosa ed un regime di vita adeguato a ciò che questo lavoro produce: esseri superiori, che guadagnano moltissimo, producono benessere per tutti coloro che gravitano intorno a loro e ad arkeon, pervadono il mondo di successi, grandi invenzioni, contratti miliardari e intuizioni geniali che arricchiscono per generazioni. Indovinate un po' chi è stato l'unico che questo l'ha fatto davvero?.....

Sappiate che l’accusa più banale che mi è stata indirizzata più volte (secondo quanto riferitomi dagli infiltrati) è “Carlo credeva di potersi arricchire con arkeon, non c’e l’ha fatta e allora adesso vuole distruggerlo”. Tale accusa non regge, non ha senso, non può esistere in un mondo basato sulla logica e non sull’ascolto acritico di qualsiasi baggianata venga propinata.

Spiego brevemente perché:

1) Se io avessi realmente pensato di arricchirmi con arkeon avrei dedicato molto più tempo ed energia a fare seminari, a costruire cerchi, a convincere le persone a tornare, a ripetere le frasi che sentivo in continuazione e che sono reperibili tutte in questo forum (“non è mai finita, vedrai al prossimo seminario, vieni all’intensivo, solo con questo lavoro ce la puoi fare, solo con me ce la puoi fare, le altre cose non servono a nulla, finché non fai questo passaggio non ce la farai, ecc.)

2) Con qualsiasi metodo, funzionante o non funzionante, è ovvio che non tutti possano arricchirsi

3) Con un metodo che non funziona e non può funzionare perché basato su un approccio “taglia unica” (stesse soluzioni per qualsiasi tipo di problema, anche molto diverso) è impossibile arricchirsi senza truffare, manipolare, indirizzare e finalizzare qualsiasi intervento ad aumentare la partecipazione e la spesa dei singoli partecipanti anziché a fornire aiuto concreto al caso singolo.

4) Con un sistema “piramidale” (vedi http://www.altalex.com/index.php?idnot=10347 oppure http://www.attivissimo.net/antibufala/mlm/mlm.htm ) che prevede “royalties” da versare al fondatore, solo il fondatore stesso e pochi accanto a lui possono effettivamente guadagnare. Questo vale per qualsiasi sistema strutturato in questo modo, e non ci sono alternative possibili: chi ha analizzato a fondo questi sistemi, ha visto che al massimo i primi tre livelli dell’organizzazione sono in grado di produrre reddito, gli altri servono unicamente a “foraggiare” i primi. A sostegno di questo voglio raccontare un aneddoto (reale): ripetere i seminari costava 110 euro. Alla riunione dei maestri del 2004, se non ricordo male, ma forse poteva anche essere il 2003, venne detto pressoché quanto segue: “siamo sotto controllo da parte dei NAS, della DIGOS, della FINANZA e da infiltrati del VATICANO (consentitemi il maiuscolo, per ché tali cose sono state ripetute fino alla nausea, tanto che vito, in automatico, le ha ripetute tal quali anche a “mi manda rai 3”), e quindi da subito dobbiamo fatturare TUTTO. Quindi, per non diminuire le entrate, alzeremo i prezzi: ripetere i seminari costerà 130 euro, in modo che su ogni fattura emessa per le ripetizioni si incasseranno anche i soldi per l’IVA e l’imponibile resterà pressoché invariato.

Dalla settimana successiva, io mi sono adeguato, e carte alla mano lo posso dimostrare, anche perché ho fatto pochissimi seminari (due o tre) da quel momento in poi. Mesi e mesi dopo né vito né il mio “maestro (tra l’altro diplomato in ragioneria, e quindi non digiuno di tali materie) si erano adeguati, prendevano sì 130 euro, ma di fatture neanche l’ombra, se non su richiesta e solo ai maestri che possono scaricare pochissimo.

Per quanto riguarda le ingentissime somme del terzo livello o master, avendo io seguito ben due master training con vito (al costo di 800 euro cadauno, e altrettanto per mia moglie) ho sentito di nuovo fino alla nausea spiegazioni del perché venissero fatturati solo 3000 euro su 12000: nelle tradizioni iniziatiche è normale fare una “donazione” al maestro, e come tale deve essere esentasse.

Sin dai tempi in cui lavorava come “imprenditore nel campo dell’ingegneria biomedica” (vendeva macchinari agli ospedali) avrebbe accumulato notevolissimi crediti IVA mai riavuti indietro, e quindi era suo diritto riprendersi ciò che lo stato gli doveva; (ciò non è verificabile, e se lo fosse, ci dovrebbe essere una via legale per recuperare l’iva ingiustamente anticipata o versata, e inoltre non si insegna a novelli maestri che tale enorme credito iva non hanno, a comportarsi in modo così evidentemente criminale.
Inoltre ai 12000 euro veniva fatto assumere un valore “magico”, costringendo le persone ad indossarli giorno e notte, in contanti o assegni, per tenere vicino al proprio corpo l’energia del master; Ma questa è un’altra storia, che riguarda gli enormi, eccessivi, strabilianti contenuti magici da baraccone che erano ovviamente presenti in arkeon e che sono gradualmente scomparsi per lasciare spazio all’”appoggio del Vaticano”… ed è un’altra storia
Saluti a tutti
Carlo

giovedì 14 maggio 2009

Facciamo un test

Dal libro di Hugo Stamm, Le Sette. Manipolazione, potere, schiavitù: consigli per liberare e liberarsi, ed, San Paolo, pp.114-115

“I gruppi con tendenza al proselitismo si possono riconoscere e valutare in base alle caratteristiche della setta. Si tratta di peculiarità che possono essere gli indicatori dell’indottrinamento. La pericolosità di un gruppo si può rilevare dal numero delle caratteristiche risultanti e dalla loro impronta.


Guru, messia, profeta, fondatore

Per poter valutare questo possibile tratto delle sette e il grado di disposizione al proselitismo, devono essere poste le seguenti domande: la figura direttiva è dominante e riconosciuta come assoluta autorità religiosa o spirituale? Gli adepti attribuiscono ad essa capacità paranormali o ‘divine’? il fondatore viene venerato con grande devozione o considerato come l’apportatore della salvezza?


Teoria della salvezza con pretesa di assolutezza. Principio salvifico


Domande: viene promessa agli adepti la liberazione spirituale o religiosa assoluta? Gli adepti pensano che la loro teoria della salvezza sia l’unica <> valida?



Coscienza di élite

Domande: i membri sono convinti di appartenere a un’élite che può portare alla salvezza dell’umanità? Pensano di dover liberare l’umanità per l’incarico di una forza più alta o in nome di un’ideologia?



Pressione del gruppo. Controllo dei membri

Domande: il gruppo esercita una forte pressione sui membri? I membri vengono sottoposti alla disciplina con mezzi di pressione morale o con carichi eccessivi di lavoro? Si verifica un controllo del comportamento?


Isolamento dall’ambiente

Domande: i membri del gruppo modificano il loro modo di vita? Abbandonano volentieri abitudini consolidate? Si riduce il contatto con parenti, amici e conoscenti? Trascurano gli hobby o escono dai club? Oltre al lavoro nella setta resta loro del tempo libero?


Incarico di missione. Espansione

Domande: i seguaci dei gruppi prendono parte all’attività missionaria? Distribuiscono opuscoli o vendono libri del movimento? Invitano conoscenti e parenti a conferenze o manifestazioni missionarie del gruppo? Fanno visita agli amici solo per narrare loro delle ‘fantastiche’ esperienze nel movimento e per incuriosirli a tale riguardo?



Pretesa di potere

Domande: si lascia derivare dall’ideologia o dalla dottrina della salvezza una marcata pretesa di potere che va oltre la definizione di obiettivi religiosi? Il gruppo reclama un chiaro ruolo-guida? L’obiettivo religioso è associato indirettamente a pretese terrene?


Denaro. Potere economico

Domande: qual è il patrimonio del gruppo? I membri vengono costretti a versare contributi? La ricerca della salvezza è legata a costi definiti? I membri vengono esortati a mendicare o a riscuotere contributi? Devono consegnare il loro patrimonio all’atto di entrata?

Lorita



Provino a farsi queste domande quelli che hanno partecipato ad Arkeon ...

mercoledì 13 maggio 2009

Fuori dal tunnel del dolore

Gentili Signori,

mi sento in dovere di rispondere a quanti si reputano "salvati" dalla frequentazione dei gruppi di Arkeon. L'errore che a mio parere viene commesso è considerare il "metodo" arkeon la sola esperienza che può condurre un essere umano fuori dal tunnel del dolore. Non è così che stanno le cose, le vie percorribili sono molte, ma quelle sane, vere, non privano le persone della possibilità di esprimere il proprio essere, le proprie idee. Ho frequentato i seminari di Vito negli anni che vanno dal 94 al 99 circa, venivo da momenti di vita difficile ed entrare a contatto con parti intime di me, fino ad allora inesplorate mi è stato d'aiuto, ma con il senno di poi e l'esperienza accumulata, non posso non chiedermi se una buona terapia o l'affidarmi a Dio non avrebbe sortito effetti simili. La conoscenza della psiche e dell'animo umano mi erano allora pressochè ignoti ed ora che non è più così (sono psicologa) ci sono cose che a ripensare a quei momenti mi stonano:

1)
l'impatto emotivo dell'approccio di Vito era sicuramente molto forte e già allora, specie alla luce del suicidio di un ragazzo che frequentava i seminari, mi era sorto il dubbio che non tutti potessero farvi fronte senza un supporto psicologico adeguato e molto triste mi era parso l'atteggiamento deresponsabilizzante del maestro di fronte alla morte di quel ragazzo.. Non posso dimenticare la lite tra me e Vito su questo argomento dove, io, allora poco più che ventenne venni additata come povera inetta.

2)
molti (confesso è accaduto anche a me) assumevano i modi di fare del maestro, persino la voce negli uomini era identica! Inevitabilmente mi sorge una domanda: un buon maestro, un buon padre, non dovrebbe fornire le basi ai propri allievi/figli perchè poi possano scoprire la propria individualità? Quanti cloni privi di sè ho visto..

3)
specie dopo il secondo intensivo ho avuto l’impressione che alcun potessero essere stati arruolati per incarnare il ruolo del malato, risanato dopo il corso. Ricordo un uomo che raccontava della sua fuga dal reparto psichiatrico, rifiorito a fine seminario: la cosa che mi creò il dubbio della verità della sua storia fu la sua capacità di recitare il ruolo di malato quando Vito gli chiese qualche tempo dopo di far vedere ai presenti quali fossero le sue condizioni prima dell’intensivo.. credetemi da premio oscar! Se ho preso una cantonata, il tipo è certamente un attore mancato!

4)
non di rado, le persone con una carica professionale importante e buoni guadagni venivano lodate dal maestro come persone riuscite, l'aiuto alla persona in difficoltà assumeva talvolta, a detta loro, forme di inutile pietismo che non facevano altro che alimentare i disagi di chi soffriva. Certo sul vittimismo potremmo argomentare per ore, ma non tutti gongolano nel ruolo di vittima, chi soffre esiste eccome ed ha realmente bisogno di una mano tesa. Leggo che un prete sostiene Vito nel suo lavoro. A quest'uomo, come cristiana, non posso non domandare:
E' forse questo che troviamo nelle letture? E' forse l'elogio del ricco? Del potente? L'ignorare un grido di aiuto? Cristo è morto in croce privo di ogni gloria, umile, ubbidente certo, ma a Dio, non agli uomini.

Dopo avere letto come il lavoro di Vito è andato via via snaturandosi ed essere venuta a conoscenza di un'esperienza molto dura vissuta da una cara amica che aveva continuato a frequentare i seminari (ora non più), sono ben lieta di essermi allontanata da quell’ambiente. A chi è rimasto, ben sapendo che difficilmente recepirà il messaggio, (a proposito, vorrei far notare che scrivete partendo non solo dai medesimi concetti ma utilizzando addirittura gli stessi termini!) voglio dire che dono grande dell'essere umano è la compassione.. E se sentite che qualcosa dentro di voi stona, fermatevi un attimo, ascoltatevi, non ignorate anche il piccolo segnale, perchè non sempre ciò che può aver donato sollievo è la strada giusta da seguire.. l'uomo grande è colui che sa mettersi in discussione, che ha il coraggio di esprimere il proprio pensiero, anche di dissenso, che si alza e cammina per il sentiero nuovo. Pace.

Chicca

domenica 10 maggio 2009

La parola più bella

Oggi, festa della mamma, mi sento di riportare all'attenzione lo scritto di qualche giorno fa sull'esperienza di una mamma che purtroppo ha assistito e subito le conseguenze delle teorie di arkeon;
Una mamma che dice basta..
e vorrei dedicare a tutte le mamme questa poesia trovata in rete :

La parola più bella

sulle labbra del genere umano è "Madre",
e la più bella invocazione è "Madre mia".
E' la fonte dell'amore, della misericordia,
della comprensione, del perdono.
Ogni cosa in natura parla della madre.
La stella Sole è madre della terra
e le dà il suo nutrimento di calore;
non lascia mai l'universo nella sera
finchè non abbia coricato la terra
al suolo del mare e al canto melodioso
di uccelli e acque correnti.
E questa terra è madre degli alberi e dei fiori.
Li produce, li alleva, e li svezza.
Alberi e fiori diventano
madri tenere dei loro grandi frutti e semi.
La parola "madre" è nascosta nel cuore
e sale alle labbra
nei momenti di dolore e di felicità,
come il profumo sale dal cuore della rosa
e si mescola
all'aria chiara e nell'aria nuvolosa.

Kahlil Gibran

giovedì 7 maggio 2009

L’induzione a credere..

Per quanto mi riguarda ho assistito più volte al premere da parte dei maestri sul diaframma delle donne che, messe in mezzo al cerchio ad occhi chiusi venivano portate ad uno stato emozionale tale per cui stando male per aver creduto che anche a loro era toccato un pedofilo nell’infanzia …; ad un certo punto sputavano saliva o succhi gastrici oppure vomitavano il pranzo appena assunto.
Queste donne venivano indotte a credere che quanto espulso…. in senso figurato rappresentava lo sperma del pedofilo.
L’espulsione di saliva o succhi gastrici che fossero, faceva credere alle poverette che da quel momento in poi avrebbero eliminato il ricordo del presunto pedofilo che tanto aveva condizionato la loro vita.
Con quel lavoro ritengono che si è liberi dall’incombere della figura del pedofilo che aleggia su almeno il 90%(???) delle donne e forse un 2% di uomini che frequentano i tanti seminari ed intensivi che si svolgono in varie parti d’Italia.
Abbiate un po’ di rispetto per chi purtroppo queste situazioni le ha veramente vissute… Non è vomitando che si risolvono questi traumi purtroppo.
L’induzione a credere a tutto ciò che dice il maestro/a o lavori da lui / lei proposti, fanno parte dei gruppi settari e totalitari.
Eravamo in tanti a credere che questi lavori funzionassero: Le persone credendo di essersi liberate cominciavano a comportarsi come se fossero state veramente libere da qualcosa o qualcuno. Ma de che!!! Basta essere un po’ critici per capire che ti propinano teorie al solo scopo di farli arricchire.
E non dite che sono in processo con il maestro …. anzi, me ne sono liberata con molto piacere ed ora posso permettermi un sacco di belle cose, ma soprattutto il lusso di vivere con la mia testa ed i miei pensieri non quelli di altri.

Tritri

mercoledì 6 maggio 2009

Aprite gli occhi

Esco anch'io da un'esperienza di Arkeon, molto negativa.......negativa al punto che successivamente a questa, sono andata in analisi per liberarmi da tutto ciò che mi è stato inculcato in modo molto subdolo, e furbo oserei dire.
Non ho paura nel dire che anch'io sono stata plagiata per diverso tempo, che non avevo occhi ed orecchie che per "il mio maestro", che non ascoltavo quasi più nessuno se non lui, che la vita mi era parsa migliore all'interno del gruppo e che mi veniva la depressione quando dovevo tornare alla "triste realtà di tutti i giorni".
Questo era ciò che pensavo prima ,ovviamente.......ora posso solo dire grazie alla mia forza interiore che mi ha permesso di uscire da quel tunnel (ormai lo chiamo così!) che pian piano mi stava allontanando da tutti, che mi stava manipolando la mente, che mi metteva nelle condizioni psicologiche di dire e fare cose, che sicuramente non erano dettate dal mio vero Io, ma dall'Io di qualcun'altro.......che ha lavorato bene per riuscire ad ottenere il suo scopo.
Ma non sufficientemente bene, perchè non è riuscito a tenermi lì, insieme a tutti gli altri plagiati. Quindi, al caro maestro direi di lavorare meglio se vuole tenersi i suoi allievi stretti a lui, perchè evidentemente (e per fortuna!!) l'intelligenza di alcune persone è troppo alta per riuscire a cadere definitivamente nella trappola.
E poi il termine "Maestro"........ma maestro di che???
Scrivo per fare un appello a tutte le persone che sono ancora dentro e sono convinte di fare la cosa giusta (non le biasimo, anch'io la pensavo così): APRITE GLI OCCHI! I maestri non possono insegnarvi nulla, non hanno le basi vere per poterlo fare, non hanno gli strumenti, sono persone esattamente come tutti noi, solo con un forte carisma che intrappola le menti delle persone deboli. Sono uno schiaffo morale e professionale verso tutti i veri dottori (psicologi, analisti, psichiatri......) che hanno studiato per una vita, per poter dedicare il loro tempo verso chi ne ha bisogno.
E i maestri che studi hanno fatto? Sulla base di cosa possono dirci che abbiamo "processi" col padre, con la madre, con lo zio, con la sorella e il fratello? Sulla base di cosa possono dirci di smettere di prendere medicine, o di curarci con le mani, o di caricare il telefono scarico con la nostra energia (ma attenzione solo se il telefono capisce che un è un caso di vera e assoluta necessità!!!)........ne ho sentite di ogni!!!!
E vogliamo parlare dei giochetti - ops, meglio dire "lavori"- che si fanno per esempio negli intensivi??
Parliamo del No-Limits: vi sembra una cosa normale farsi toccare ovunque da chiunque?? Pilotati ovviamente sempre dai maestri?
Ma anche qui, se piangi, gridi, o hai reazioni per loro "strane" evidentemente hai qualche processo da sbloccare........ma ragazzi, nella realtà di tutti i giorni, ci facciamo toccare da perfetti sconosciuti? Credo che reazioni di titubanza siano più che legittime......
Ribadisco: APRITE GLI OCCHI!
E quanta gente dentro al cerchio, telefona di notte al maestro perchè sta male e ha bisogno di consigli, di supporto........Io non ho mai telefonato una volta alla mia analista alle 3 di notte per avere dei consigli. E questo non lo volete chiamare plagio??
E il fatto di vedere tradimenti all'interno del cerchio, sapere chi se la fa e con chi, ma non dire niente al diretto interessato, perchè c'è il segreto del cerchio??? Vogliamo discuterne? Ho visto matrimoni distruggersi e guarda caso il traditore o la traditrice, se la spassava sempre con qualcuno della setta. Ma ovviamente nessuno doveva parlare! Se cornificavi tuo marito in circostanze esterne , dovevi essere leale, aprirti a lui e confessare.........ma se lo tradivi con qualcuno del cerchio sacro, chissà come mai, tutto era permesso e il silenzio doveva regnare fino a quando il maestro decideva il da farsi. E bè mi pare ovvio, no??
Scusate se uso del sarcasmo, ma ormai trovo tutto talmente assurdo che davvero mi domando come possa esserci gente che non riesca a capire quanto sia sbagliato frequentare questa setta!
Leggendo, ho visto una certa Bruna che ha scritto diverse volte e all'improvviso, ha deciso di interrompere gli scambi, guarda caso quando si è sentita attaccata da persone che giustamente le hanno detto che se deve scrivere a questo forum, deve smettere di fare pubblicità ad Arkeon. Bè, immagino che dietro alla sua ultima risposta, ci sia stato l'appoggio del maestro.........tipico, lo predicava sempre: quando ti attaccano, non reagire, devi dire GRAZIE. La parolina magica che fa smettere chiunque.
Anzi, mi stupisco che Bruna non abbia detto AUG.......ma evidentemente non aveva nulla da condividere!
L'amore verso la vita, lo potete trovare tranquillamente da soli, non c'è bisogno di pagare cifre esagerate per far sì che qualcuno, senza alcuna competenza si arricchisca e si intrometta nella vostra vita privata, manovrandovi come marionette. Potete ragionare da soli con la vostra testa, mi rendo conto che sia difficile, se ormai ci siete dentro da anni, ma qualcuno ce l'ha fatta!
Vorrei aggiungere che, chissà come mai, chi capita dentro lì, è sempre in difficoltà, quindi psicologicamente instabile e facile da manipolare........perchè chi già è felice e si sa godere la vita, non ha bisogno di alcun maestro che gli dica cosa deve fare. Questo non è già un chiaro segnale che i maestri sanno essere FORTI CON I DEBOLI?
E' vero, poi si sentono persono strafelici.........ma dopo quanto? Dopo che hanno scoperto di avere processi con tutto il mondo, dopo che praticano Arkeon da anni, quindi a mio giudizio, dopo che ormai la loro testa e già ben imbastita di cavolate!
I soldi che spendete lì, se ne avete così tanti, dateli in beneficenza piuttosto!.........e se invece non ne avete e state facendo fatica a pagare, concedetevi di tenervi il frigorifero pieno, di farvi qualche viaggio ogni tanto, di avere una bella macchina........esattamente come fanno i vostri cari maestri. Perchè loro, grazie ai vostri soldi non si fanno mancare niente!

Rugiada

martedì 5 maggio 2009

Ti sei mai chiesto....?

Il più potente controllo emotivo è l'indottrinamento alla fobia.

Questo può portare la persona ad avere reazioni di panico al solo pensiero di lasciare il gruppo. È praticamente impossibile concepire la vita al di fuori del gruppo.

Non c'è una pistola reale puntata contro le loro teste, ma una pistola psicologica non è meno potente.


Il controllo delle fonti di informazione individuale.

Negate a una persona l'informazione necessaria per dare un giudizio obiettivo e sarà incapace di farlo.
La gente viene intrappolata dalle sette perché viene loro negato l'accesso alle informazioni critiche di cui ha bisogno per valutare la sua situazione.
Le catene psicologiche che legano le loro menti sono potenti come se fossero fisicamente incatenati lontano dalla società.
Il processo psicologico è talmente forte che sono anche carenti dei meccanismi di funzionamento interni necessari per elaborare ogni informazione critica a cui vengono esposti.
Ricordate...un gruppo non deve essere necessariamente religioso per tenere un comportamento da culto settario.

I gruppi con obblighi pressanti possono essere commerciali, politici o psicologici.

Siatene consapevoli, in modo particolare se siete persone idealistiche, brillanti e intelligenti. Le persone che più probabilmente cadranno in questo tipo di sistemi comportamentali sono quelle che dicono "Non mi succederà mai. Non a me. Sono troppo intelligente per questo tipo di cose".
Tratto da www.ilcounseling.it
D'altronde anche dott. Steven Hassan,( dal Capitolo 4 di Combatting Cult Mind Control, Park Street Press, 1990) descrive molto bene il controllo del comportamento:

“La lezione più importante da imparare è l'obbedienza ai leader. I leader non riescono a controllare completamente i pensieri più intimi, ma se possono comandare il comportamento, generalmente mente e cuore lo seguiranno. Il controllo del comportamento isola i membri dalla società in modo ancora più efficace.”

Ti è mai stato chiesto l’affidamento al maestro?

“L'informazione è una delle principali armi contro le sette. Solo ai membri con cariche fiduciarie vengono fornite informazioni interne.”

A Te che stai leggendo (se sei un adepto nella linea più bassa della piramide) : ti sei mai chiesto come mai solo ai membri con cariche fiduciarie vengono fornite informazioni interne ?

Hai mai provato ad essere critico nel confronto del gruppo?

Hai fatto domande dubbiose sul sistema? Le risposta son state evasive?

“L'informazione varia in relazione ai diversi livelli o alle diverse mansioni, in modo piramidale.
Non esiste mai una ragione legittima per andarsene. Secondo la visuale del gruppo, la gente che se ne va è: debole, indisciplinata, non spirituale, troppo materiale, influenzata negativamente (lavaggio del cervello) dalla famiglia, amici, terapeuti."

Ti è mai stato detto che noi fuoriusciti siamo “in processo”?

Ti sei mai chiesto che tipo di vita conduce il tuo leader, è nell’agio e nel lusso?

Ti sei mai chiesto in tutti questi anni quanto hai elargito economicamente a loro?

Ti sei mai chiesto perché viene continuamente ripetuta la frase: “Non è mai finita”?
Carla1

lunedì 4 maggio 2009

il mio risveglio

grazie grazie e grazie ancora.da diverso tempo mi chiedevo se ero una delle poche persone ad aver avuto dei dubbi che ora son certezze.sono entrata in questo gruppo perché vivevo un momento triste e fragile.l’amica che mi portò ad una presentazione e con lei tutti gli altri presenti, mi diedero l’impressione di essere persone serene.si abbracciavano tutti, ti esaltavano dicendoti che eri una “grande donna” e che il “mio potere personale” mi avrebbe portato alla consapevolezza del mio io più profondo.mi son ritrovata totalmente ,in quanto plagiata, nella spiegazione che carlo fece nella terza puntata di “tutte le mattine”: la falls memory sindrom (se si scrive così, ma poco importa..) il disturbo da memorie innestate.
mi fecero credere per tantissimo tempo che solo ricordando l’abuso che secondo loro avrei sicuramente subito da piccola , avrei superato i miei problemi di rapporto con gli uomini. arrivai addirittura ad inventarmi una situazione e un nome perché mi lasciassero stare. tutto questo non in modo scientemente razionale…ne ero incredibilmente convinta!
credevo di aver trovato amici, ma quando ho cominciato a diradare la mia presenza anche loro cominciarono a prendere le distanze.
per fortuna qualche amico di quel giro è rimasto,ma naturalmente fuoriusciti.
tempo fa parlai con uno dei cosiddetti maestri, c’incontrammo per motivi di lavoro. mi disse che "il loro frigorifero faceva l’eco” …sua moglie aveva lasciato il lavoro (perché questo viene spesso suggerito) ed avevano due figlie. ne fui molto colpita e dispiaciuta. pensavo a quanto fossero promettenti e brillanti le loro carriere prima d’intraprendere questo “percorso di crescita e di guarigione” perché così veniva definito il sistema arkeon.
tornando a me, per diverso tempo sono stata gratificata con il ruolo di organizzatrice. ci venne richiesto il totale affidamento al maestro perché noi dovevamo rappresentare la sua immagine nel mondo.
ora, grazie alle letture suggerite da questo sito (il libro sulle psicoterapie folli è stato rivelatore ..) ho capito di esser entrata in una psicosetta.
devo ringraziare l’atteggiamento delle persone che credevo amiche nella setta perché con il loro atteggiamento di non considerarmi in quanto “zitella perversa” (così venivo definita perché senza fidanzato) mi han fatto sentire un’esclusa. Il mio lento risveglio è iniziato 3 anni fa e più precisamente il giorno del mio compleanno, ultimo giorno di una mia frequentazione a un seminario. mi son chiesta più e più volte come abbia fatto a dar loro tanti soldi in nero per farmi trattar male spesso e volentieri…ora che sono libera dai loro condizionamenti , posso felicemente affermare che c’è vita oltre la setta!!!!!

la fuoriuscita non è una passeggiata, si prende coscienza a poco a poco; per lo meno nel mio caso è stato così. C'erano degli episodi accaduti durante la mia frequentazione che la mia mente censurava in maniera totale. E' stato un pò come voler proteggere un segreto; parlare della mia frequentazione nella psicosetta con persone esperte come la dottoressa Tinelli, documentarmi e confrontarmi con altri fuoriusciti mi è stato di assoluto aiuto.

La paura e la vergogna di espormi in questo forum ad esempio ne è stato una prova, il coraggio mi è venuto per senso civico innanzi tutto, se nel mio piccolo e con la mia esperienza posso aiutare altre persone ad aprire gli occhi sento che è la cosa migliore che posso fare.
In questi due anni mi hanno contattata ex frequentanti e mi ha fatto molto piacere confrontarmi con loro. Anche se non scrivono qui c'è chi è andato spontaneamente a parlare con gli inquirenti e questo mi conforta molto perchè non mi sento sola.

Da questo primo post che hai portato in rilievo di lettura
ne sono successe tante e tante ne succederanno.
Basta avere pazienza, la verità verrà fuori ne sono sicura.

PAOLA

domenica 3 maggio 2009

Nulla, tranne Arkeon

Ricordo che una gran parte dei miei dubbi quando frequentavo il gruppo Reiki che poi si è trasformato in arkeon, era dovuto proprio all’atteggiamento di critica perpetua verso tutto ciò che non proveniva dalla fonte del Maestro.
La psicanalisi era uno dei bersagli prediletti e ovviamente se qualche membro del gruppo andava da un psicoterapeuta, quest’ultimo veniva “vivisezionato” fino a dimostrarne l’incapacità, se non addirittura la pervesità.
Dopo psicanalisi e psicologia, gli attacchi erano rivolti anche alle altre terapie New Age o ai gruppi Reiki che però non si riconoscevano nei dettami di Arkeon: insomma nulla che non fosse Arkeon veniva ritenuto efficace.
Si criticava tutto: l’arte, la letteratura, la musica. Non si poteva ascoltare il cantautore preferito senza che il messaggio venisse criticato, viaggiare veniva considerato un passatempo inutile, un modo per distrarsi e non affrontare il “lavoro” (ovviamente quello del gruppo). I maestri che ho conosciuto non avevano grande considerazione per la cultura e l’arte, non mi stupirebbe venire a sapere che nei seminari si parli di “arte degenerata”.

Ricordo un episodio, piccolo ma credo significativo. Una sera, alla presentazione di un seminario, arrivò un ragazzo straniero, con qualche naturale difficoltà linguistica. Fu trattato con estrema freddezza, senza alcuna accoglienza e divenne immediatamente bersaglio del sarcasmo dei maestri (a parole l’ironia e il sarcasmo erano aspramente condannati, ma naturalmente i maestri potevano permettersi di prendere in giro e offendere chiunque). Ne parlarono per mesi, ridicolizzandone l’accento e il modo di esprimersi (peccato che quel ragazzo comunque conoscesse la nostra lingua, mentre nessuno di quelli che lo sbeffeggiavano conosceva la sua!). Questo piccolo fatto mi insinuò inquietudine profonda, perché secondo me era rappresentativo della profondo intolleranza che circolava nel gruppo.

Mi sembra significativa anche la strumentalizzazione che si fa all’interno di Arkeon del Cristianesimo, di fatto presentata come l’unica religione valida da seguire, come se la spiritualità potesse avere un solo modo di esprimersi. Con tutto il rispetto per chi è cattolico, io non ritengo questo vero e credo che il miglior modo per mettere in pratica il pensiero di Cristo sia quello di comportarsi bene e di rispettare le altre religioni e anche chi religioso non è, senza voler imporre con violenza dogmi e rituali.

A distanza di tempo, i motivi che muovono i maestri a criticare tutto ciò che non sia il loro credo mi sembrano abbastanza chiari: bisogna eliminare dalla vita delle singole persone quel che può far insorgere dei dubbi, minare gli aspetti caratterizzanti dell’individuo, in modo che l’unica ragione di vita diventi il lavoro di Arkeon. Si cerca di omologare tutti e di livellare la diversità, perché ovviamente è molto più facile controllare un gruppo di teste “lobotomizzate” che ripetono a memoria gli stessi argomenti, che un gruppo di individui, uomini e donne, ognuna con la sua testa, la sua storia, la sua personalità. Solo con questo sistema si può far credere a persone adulte di aver bisogno per tutta la vita del supporto di un maestro: mentre il terapeuta onesto conduce coloro che si rivolgono a lui verso l’autonomia e la capacità di vivere la propria vita in prima persona, i cosidetti maestri, pur promuovendo a parole l’affermazione del singolo e l’emancipazione dai condizionamenti, conducono di fatto a una perpetua dipendenza, assicurandosi così una fonte di lucro sicura e vantaggiosa.

Personalmente sono felice di aver buscato il virus dell’ Arkeonite: dopo esserne guarita ho sviluppato sufficienti anticorpi che mi fanno istintivamente diffidare da chi si propone come depositario della Verità assoluta, sia a livello religioso, sia a livello politico, sia a livello personale.
un saluto a tutti.

Mariposa

sabato 2 maggio 2009

Una “immagine” per ogni occasione



La mia è una storia lunga, forse un giorno vi racconterò qualcosa dei tanti deliri...

Due furono alcuni dei fatti che mi fecero molto dubitare di tutto il sistema da cui poi sono uscito.

Un giorno andai ad un seminario e chiesi semplicemente cos'era la differenza fra arkido ed arkeon e tra i livelli di reiki 1 e 2 ed i livelli di arkeon 1 e 2.
Mi sembrava più che legittimo visto che fino al 2001 erano nomi totalmente sconosciuti e volevo capire cos’erano queste nuove invenzioni.
La risposta stizzita di un organizzatore fu : "beh, se vuoi sapere tutte queste cose vuol dire che sei in processo e non ti fidi del maestro"
Capii più tardi che erano solo degli step per prolungare il percorso e far elargire più soldi ai più che avevano preso il terzo livello. Ebbi anche conferma del fatto che non si era liberi di manifestare dei dubbi.

L'altra esperienza che ritengo più eclatante fu quando mi hanno dato ad un seminario l’opuscolo Via Verità e Vita che avevano fatto pubblicare.
In copertina c’era raffigurato un quadro di Rembrandt.
Ebbene, per tanto tempo proprio quel quadro venne usato e interpretato come rappresentazione di un incesto (facendo notare che il ragazzo inginocchiato eseguiva un rapporto orale nei confronti della persona anziana di fronte a lui…)
Ad un certo punto proprio lo stesso quadro, che invero illustra la parabola del “ il ritorno del figliol prodigo”, venne usato in maniera diversa.
Di colpo si parlò della saggezza dei padri e degli anziani e che bisognava lavorare molto sui padri per impedire che il mondo diventasse un matriarcato...
Anche senza entrare nella disputa possibile, ma inutile di quale possa essere la interpretazione di un simile dipinto quello che è stupefacente è l’utilizzo dello stesso che venne adottato a suffragio delle proprie tesi, in un periodo in cui faceva comodo una certa interpretazione e la stessa venga stravolta in seguito quando i tempi , la politica propagandistica, una esigenza di protezione ecclesiastica lo rendono necessario.
Anzi lo stesso dipinto è stato esaltato e messo addirittura come copertina di un opuscolo che vuole presentare arkeon nel suo insieme, ma soprattutto come strettamente collegato ai valori cristiani…..
Altro che ispirazione cristiana…solo manipolazione e tornaconto personale!
Lupo

venerdì 1 maggio 2009

Una mamma che dice basta Arkeon

Sono una mamma che ha visto la propria figlia distrutta dalla bruttissima esperienza vissuta dopo essere stata introdotta dal proprio marito nel gruppo Arkeon. Questa terribile storia ebbe inizio nel momento in cui mio marito fu colpito da un grave malessere per il quale fu ricoverato in ospedale. Dalle indagini effettuate risultò affetto da carcinoma polmonare con due metastasi cerebrali: questo significa che nulla avrebbe potuto salvarlo.
Fu un duro colpo per tutta la famiglia: ho quattro figli, l’ultima dei quali si era sposata da circa un anno (sia lei che il marito erano innamoratissimi) e proprio nel momento del manifestarsi della tragedia entrò nel gruppo.

Mi accorsi che il suo comportamento cominciò a subire un grave cambiamento: diradò le telefonate e le visite fino a interromperle del tutto nel giro di qualche mese.
Ogni volta che la chiamavo per chiederle se c’era qualche problema, lei era sempre evasiva, aveva fretta di interrompere la comunicazione e, se insistevo nell’invitarla a venire a trovare il padre, si arrabbiava e rispondeva in malo modo dicendo che era stanca e sovraccarica di lavoro per cui “non poteva permettersi di venire”.
Arrivò Natale e io cercai di radunare intorno a mio marito tutta la famiglia, ma lei non venne pur sapendo che per lui quello sarebbe stato l’ultimo Natale.
Pur se molto addolorata nel dover negare al padre la gioia di avere accanto tutti i figli, credetti alle giustificazioni di mia figlia…

Venne a trovarci con il marito solo diversi giorni dopo.
Voleva mostrarsi affettuosa, ma in lei c’erano note di tensione e falsità che non capivo: parlava e si muoveva come se fosse in casa di estranei per cui induceva tutti a rispettare le formalità.
Non c’era più in lei la familiare naturalezza e tenerezza che la distinguevano.
Ne fui allarmata: la sentivo lontana, non era più la stessa, eludeva le mie domande rispondendo in modo evasivo o cambiando discorso.
Dopo il pranzo si offrì di aiutarmi a rigovernare e il marito venne a sedersi vicino a noi.
Cominciò a parlare con me raccontando che lui e mia figlia stavano vivendo un’esperienza straordinaria della quale mi voleva rendere partecipe: sosteneva che questo gruppo avrebbe risolto tutti i loro problemi, li avrebbe resi felici, avrebbe insegnato a fare un lavoro di analisi psicologica, a rimuovere i “processi” che bloccavano la loro personalità, a sfidare il mondo senza paura e al riparo da ogni male, anche fisico, nella ricerca di un presunto equilibrio interiore.
Mi consigliò di usare il metodo di Arkeon con mio marito per guarirlo dal suo male, arrivando addirittura a fare davanti a me un “trattamento” ai medicinali che gli somministravo perché i suoi maestri dicevano che questa procedura ne avrebbe eliminato tutti gli effetti collaterali.
Io dissi che mi fidavo di loro e che ero incuriosita dal metodo solo come mezzo di introspezione personale, ma posi le mie condizioni:
a- mio marito era in fase terminale (morì due mesi dopo), la mia priorità era assistere lui e non potevo distrarmi;
b – prima di entrare nel gruppo, avrei voluto saperne di più.

A questi interrogativi non dava risposta, continuando a decantare il privilegio di far parte del gruppo e di avere un maestro che guidava personalmente ogni membro.
Mi sembrò strano che svicolasse, ma dopo molte insistenze da parte mia sul conoscere lo svolgersi dei seminari e le pratiche effettuate all’interno sugli adepti mi disse queste testuali parole: “i maestri non vogliono che se ne parli fuori dal cerchio”.
Questa affermazione mi fece rabbrividire e ricordo che dissi d’impulso: “mio Dio, questa cosa mi sa tanto di setta”.
Lui non rispose a ciò, ma obiettò che dovevo assolutamente andare a vedere di persona come funzionava il metodo, senza essere schiava delle esigenze della famiglia perché avevo il diritto e il dovere di pensare prima di tutto a me.
Dissi che era impossibile, poiché mio marito a causa del tumore era stato dichiarato invalido al 100% con diritto di accompagnamento per cui, sia per amore che per coscienza morale, non avrei mai potuto lasciarlo, persino la legge me lo vietava.
Alché egli esclamò: “Come viene fuori quello che ha dentro di sé: lei si nasconde dietro la legge, teme il giudizio degli altri e non trova il coraggio di rivelare quello che vuole veramente, disfarsi di suo marito. Lei in realtà, dopo anni di disagi, vuole solo che lui muoia”.
Era, la sua, un’idea semplicemente aberrante.
E di aberrazioni ne ho viste ben altre all’opera in quei mesi.

Arkeon è una setta? Penso di si.
So che da quel giorno i rapporti con mia figlia cessarono del tutto per riprendere all’improvviso solo dopo qualche tempo con una telefonata nella quale mi annunciava, in preda alla disperazione più atroce, che il marito l’aveva lasciata per stare nel gruppo. “Tra te e il maestro, scelgo il maestro”, aveva detto alla moglie.
Venni a sapere che avevano partecipato ad un intensivo nel quale mia figlia aveva ravvisato tante storture di pratiche psicologiche con le quali i “maestri” assoggettavano alla loro la volontà degli adepti, recidevano alle radici i rapporti familiari e di amicizia dei nuovi arrivati, inducendo in loro memorie di incesti perpetrati a loro danno dai genitori, del tipo: “gli abbracci e i baci di tua madre mirano solo a portarti a letto, oppure “tu non lo ricordi, ma quando eri piccola tuo padre ha abusato di te”. Indurre le persone a creder certe cose può essere devastante.

Raccontò che le donne si dovevano prostare a terra davanti agli uomini e dichiararsi loro schiave, che facevano esercizi traumatizzanti e riti strani con rumori assordanti e fumi acri di incensi vari.
Riconobbe anche lei, come io avevo ravvisato in lei e nel marito, la capacità del gruppo di distruggere la personalità dell’individuo per metterlo in balia della loro demenziale stoltezza e in loro potere… potere economico oltre che asservimento delle persone, visto che i seminari costavano fior fior di milioni pagati in nero, che arricchivano impropriamente le loro casse riducendo molti malcapitati sul lastrico… A meno che non si diventi a propria volta maestro arricchendosi a danno degli altri affiliati. Era questo il proposito di mio genero. Sorridendo, diceva: “Voglio diventare come il mio maestro, lavora poco o niente, guadagna moltissimo ed è idolatrato da tutti gli allievi come guida spirituale assoluta della loro vita”.

A quel punto mia figlia disse chiaro e tondo a suo marito che non aveva più intenzione di frequentare il gruppo, con il risultato che lui la abbandonò per andare istantaneamente a vivere con la donna che lo aveva introdotto nel gruppo.
Mia figlia cadde in uno stato di sofferenza indescrivibile, era completamente devastata nella fiducia in sé poiché l’abbandono era stato repentino e senza avvisaglie; si amavano molto ed era difficile per lei rassegnarsi ad una spiegazione così folle che in sintesi diceva “ ti lascio perché non fai il percorso, mentre l’altra è illuminata”.
Mia figlia continuava a sentire il maestro, il quale con quella che io definisco vera e propria crudeltà alimentava il suo senso di inadeguatezza rispetto all’altra adepta per spingerla a fare altri corsi, e perse la voglia di vivere: sperimentò sentimenti altalenanti, come istinto di suicidarsi, rabbia impotente, voglia di giustizia, pianto, pianto, pianto e dolore, senza fine.

Vennero fuori anche pratiche abusanti cui era stata sottoposta, proprio come ho sentito da altre testimonianze… l’avevo intuito, una madre certe cose le sente ma non volli forzarla a raccontare nulla fino a quando non se la fosse sentita. Con una sapiente manipolazione le avevano indotto dei falsi ricordi per cui si era convinta che alcuni episodi fossero realmente accaduti e ciò aveva ingenerato un odio profondo verso il padre e verso di me, presunta corresponsabile di un gesto così insano come l’incesto.

Questa gente si spaccia per psicologi, abusa dell’ingenuità e della sensibilità delle persone distruggendo famiglie e promettendo guarigioni assolutamente impossibili, al prezzo di tanti, tanti soldi rigorosamente non denunciati.
Esiste uno stato che ci tuteli e impedisca a questa gente di causare tanti e tali danni?
E la legge, cosa fa?

Una mamma che attende giustizia per sua figlia.

Simo