Cara Emanuela,
leggere il tuo scritto è stato come mettere un pò di sale su di una ferita ancora aperta.Mi sono ricordata delle crisi di panico che mi hanno accompagnata nei primi mesi "senza arkeon", panico privo di qualunque riferimento alla realtà e quindi ancora più difficile da comprendere ed affrontare.A quella sensazione di costante instabilità si accompagnava anche un senso di profonda solitudine e di estraneità dal mondo. Rendersi conto che fuori dal cerchio avevo lasciato solo macerie è stato molto doloroso e riparare i danni fatti stà prendendo tempo.In cambio però mi sono riappropriata della sensazione che il mondo è un posto sicuro e piacevole da frequentare.
Anche io ho dovuto fare i conti con la mia memoria amputata e ho pensato con rimpianto a tutti i diari e tutte le foto bruciate durante gli anni come se mi fossi accanita per tanto tempo a cancellare le tracce per poi ritrovarmi a fare una gran fatica a ritrovare il filo dei miei ricordi..La mancanza di memoria, mi sono poi resa conto dopo, è stata funzionale al mio accettare in modo acritico tutte le interpretazioni che mi venivano propinate azzerando il mio senso critico.
Sentire il mio senso critico tornare a nuova vita in questi mesi è stato una delle sensazioni più belle degli ultimi anni e mi ha portato come"effetto collaterale" una lucidità ed una fiducia in me stessa che pensavo di non provare più.
Mi sto godendo il mondo come mai prima d'ora e mi sento libera, senza più paura o timori se non quelli portati dal vivere in modo autentico e senza condizionamenti.
Grazie per lo spunto di riflessione e per l'opportunità di non dimenticare da dove sono uscita!
Manu
Caro Carlo e cara Manu,
grazie per avere risposto al mio intervento condividendo quello che avete sentito nel lasciare questo gruppo. Poter leggere le testimonianze di altre persone che hanno vissuto le stesse cose, ognuno con le sue personali peculiarità, aiuta in un certo modo a sentirsi meno soli.
Il senso di solitudine che ho provato uscendo da Arkeon è stato per fortuna di breve durata, devo dire che mi sentivo molto più sola quando ero lì dentro che non adesso che mi sono riaperta al mondo e mi sono data la possibilità di guardare tutte le belle persone che lo abitano e che per tanti anni avevo giudicato “perverse” ecc. solo perché non avevano fatto o non volevano aderire al “lavoro” che viene fatto nei seminari.
Anch’io, come Carlo, ho provato un senso di disagio e anche di vergogna nei confronti degli amici che negli anni ho abbandonato da un giorno all’altro dicendo loro cose anche tremende (alle amiche, che c’erano fra noi relazioni “insane” “omosessualità latente” ecc. che loro non erano capaci di vedere ma che io, dall’alto della mia nuova “consapevolezza” vedevo chiaramente; gli amici non li ho proprio più chiamati per paura di essere considerata “seduttiva” o “una che manda fuori un’energia erotica verso qualcuno che non è suo marito” – metto fra virgolette quello che ero arrivata a pensare in quegli anni ma che ora non condivido nel modo più assoluto -)….
A quante persone devo fare le mie scuse per averle trattate in modo così presuntuoso e arrogante!Mi sto interrogando, in questi giorni, sul perché, frequentando questo gruppo, ho sentito questo impulso ad eliminare dalla mia vita tutte le persone che non lo seguivano o non condividevano la sua, come chiamarla? Ideologia?
Eppure ho sempre avuto amici che votavano partiti politici diversi dal mio, ho avuto amici che appartenevano ad un credo religioso diverso, che non credevano a cose fondamentali, per la mia religione, come la transustanziazione o la verginità della Madonna…. Nonostante queste divergenze si andava d’accordo, ci si divertiva, si parlava di tutto…..
Negli anni in cui ho aderito ad Arkeon, invece, nella mia vita non c’è più stato spazio per il “diverso” da me. Ma la discriminazione non era politica o religiosa. Era fra chi apparteneva al “lavoro” e chi non apparteneva, fra chi “aveva la consapevolezza” e chi non l’aveva.
Provo vergogna per questo, anche oggi che per fortuna sono fuori da quello status mentale,
provo vergogna a ricordare come per anni io abbia agito e mi sia relazionata con gli altri interponendo il pregiudizio, non la sospensione del giudizio, ma il pregiudizio vero e proprio. E vorrei chiedere, sono solo io che ho vissuto questo o c’è anche qualcun altro che ha avuto un’esperienza simile fra gli aderenti o ex aderenti al gruppo? Sarebbe interessante saperlo.
Emanuela
Premetto che non sto parlando di Arkeon ma di un suo surrogato, un gruppo creato da uno dei maestri di Moccia che si è "staccato" da Vito ed ha creato una situazione tutta sua. Sono trascorsi circa 4 anni dalla mia fuoriuscita ma sento di non essere ancora uscita: la crisi di panico l'ho riavuta solo un mese fa quando ho rincontrato presso un notaio il leader del gruppo con alcuni seguaci. Mi sono preoccupata di questa immotivata paura e mi sono detta, "se provo ancora questa paura, vuol dire che mi hanno ancora in pugno". Sto pian piano prendendo coscienza di tutte le atrocità vissute nel gruppo ma ho ancora un sacco di "buchi" nella mia memoria. Come hanno scritto alcuni di voi ho la sensazione di aver "bruciato" il mio passato, ho chiuso la porta in faccia a molte persone solamente perchè non erano del gruppo, al momento gli effetti collaterali più forti sono la paura, la rabbia, la solitudine. Ma è normale arrivarci dopo quattro anni? cosa mi hanno fatto?
Silviaba
Ciao Silviaba,
in questo topic trovi qualcosa sulle esperienze di fuoriuscita che non è affatto una passeggiata. Io ci ho messo un pò ad elaborare che qualcosa non andava... quindi aggiungendo pezzettino per pezzettino di situazioni che poco mi quadravano e con la grande potenza dell'informazione in rete sono arrivata a capire dove ero finita .
Tu hai partecipato a seminari e intensivi? Se si come stai vivendo la cosa?
Tritri
Ciao Triti,
ho partecipato a molti intensivi, dopo il mio secondo intensivo e premaster avevo il cervello talmente "lavato" che ho lasciato il mio lavoro, ho lasciato mio marito, la mia famiglia e ho cambiato regione per andare a vivere nel gruppo, in comunità. Da "dentro" ho partecipato ancora ad intensivi e premaster e riunioni dei maestri: la vita in comunità era molto più di un intensivo...... credo che tu capisca di cosa parlo. Vivevo tutto il giorno col terrore di fare o dire qualcosa di "sbagliato", secondo il maestro naturalmente, ed ero fortunata se la giornata si concludeva solo con la paura di aver mosso qualcosa di sbagliato perchè l'alternativa era sentirsi umiliati in pubblico o
prendere una saccata di botte sentendosi ancora dire che era per il mio bene, che la mia "ombra" doveva essere punita, che mi si stava "donando amore".........
Silviaba
Leggendo il post di Silviaba sono imasto interdetto. Parto dal fatto che ammiro la sensibilità di Emanuela che chiede se Silvia se la sente di raccontarci. Dico questo perchè il mio carattere impulsivo vorrebbe capire, chiedere, sapere cosa è successo, perchè sempre più forte è la sensazione dell'inganno, dell'avere buttato via anni, avendo vissuto in una sorte di inganno permanente e sale sempre di più una rabbia enorme.
Detto questo mi unisco con rispetto alla richiesta di Emanuela e chiedo a Silvia se vuole raccontarci, anche perchè credo che abbia assistito veramente a cose tragiche.
Un abbraccio
Pietro
Caro Pietro, io credo che Silvia abbia vissuto quello che abbiamo sperimentato tutti noi, probabilmente con punte di sadismo che nel lavoro del moccia venivano nascoste da parole zuccherine, sorrisi suadenti e l'illusione che "lo stesse facendo per il tuo bene". Alcuni suoi maestri non sono stati così accorti e hanno semplicemente mostrato la vera natura delle dinamiche che agivano nel "lavoro".
Ciò non toglie che non sia facile per nessuno parlarne. Non è facile per me, non lo è per te, credo, non lo è per tanti.
Devi fare i conti con emozioni sgradevoli, con idee sgradevoli su te stesso: quanto sei stato stupido, come hai fatto a credere a quelle cose, soprattutto se ci sei stato a lungo; come hai fatto a spendere tutti quei soldi per seguire teorie deliranti, maestri senza alcun titolo, neanche in grado di riconoscere un transfert ma a cui davi il permesso di ballare la tarantella sulla tua interiorità.... Non sono sensazioni gradevoli. Non passano con un colpo di spugna. Ci vogliono mesi, anni per rielaborarle e spesso l'aiuto di un professionista serio e preparato. Devi anche fare i conti con quelli che minimizzano, ti insultano solo perchè racconti quello che hai visto e vissuto, con quelli a cui non interessa un fico secco dei danni che questo "lavoro" ha causato a tanti loro simili e lo usano come strumento per regolare i loro miseri "conticini in sospeso".
Vedi gente che mente, che dice che certe cose non sono mai successe eppure tu sai che sono successe eccome e in tanti le hanno attraversate. Ma la menzogna è forse il meno, quello che pesa di più è il silenzio di tanti. Ci sono momenti in cui mi sono chiesta se valesse al pena parlare. Certe volte la risposta è sì, certe volte la risposta è no. Però non mi tiro indietro perchè è
importante che le cose si sappiano,
non per me, alla fine in tasca mi rimane più che altro la vergogna di aver dato credito a certe cose, ma per i miei figli e per tutti quelli che ancora non ci sono caduti, per tutti quelli che potrebbero avere bisogno di riconoscere gruppi distruttivi come è stato arkeon, per tutti quelli che magari un giorno ricorderanno quello che hanno letto su un forum e si risparmieranno dolori inutili e soldi. A volte, anche perchè i ricordi sono così pesanti che ho bisogno di qualcuno con cui condividerli per alleviarne il peso. Sapere che è successo anche a qualcun altro ti fa sentire meno solo, almeno io mi sento meno sola.
E' per questo che le parole di Silvia mi fanno venire i brividi, perchè penso di sapere cosa c'è dietro. E le sono vicina, come lo sono a tutti quelli che hanno raccontato, non solo di arkeon ma di tutte le realtà da incubo come quello.
Emanuela