martedì 28 luglio 2009

Ho imparato che

Ho imparato moltissimo: su richiesta esplicita dello stesso Vito mi stavo dando da fare per "validare" scientificamente il "metodo" arkeon, attraverso una ricerca intervento secondo il modello di Lewin e della Psicologia di comunità, analizzando il fenomeno in divenire e mutando alcune variabili per disconfemare ipotesi in modo da potere generare teorie forti (ricordate: una teoria che non può essere disconfermata in alcun modo è una teoria debole, e non il contrario, come il senso comune porterebbe a pensare. Ad esempio, con tutto il rispetto, nessuno può negare che l'esistenza di Dio sia una teoria debole, perchè non può essere disconfermata, ma neppure confermata, e non è possibile definire Dio in modo univoco, condivisibile da tutti e costante nel tempo, nello spazio e nelle culture; disconfermare una teoria significa non già dimostrare che non è vera, ma potere ipotizzare tutta una serie di situazioni in cui la teoria potrebbe non funzionare e lì metterla alla prova, non solo dove già si sa che funzionerà). Quando ho presentato a vito una bozza di progetto un po’ più elaborata che comprendeva costi, ipotesi collaterali e gruppi di controllo, lui mi ha candidamente risposto “non ci serve più questa ricerca, non abbiamo bisogno di validazioni scientifiche: noi abbiamo l’appoggio del Vaticano. In altre parole, mi stava dicendo: preferisco andare avanti con una teoria debole, fumosa e che crea confusione nella mente di pochi paganti sicuri, piuttosto che sviluppare realmente un “metodo” scientifico che si sottoponga all’attenzione della comunità scientifica con ricerche, pubblicazioni, studi e confronti con vere personalità del mondo psicologico, psichiatrico, filosofico, epistemologico e antropologico. Meglio un altare, un colletto bianco, santi, sacre scritture manipolate, sacramenti violati in modo sacrilego (comunione a mussulmani, buddisti, divorziati e non battezzati), messe celebrate in luoghi non di culto senza autorizzazione alcuna, prediche inneggianti al Maestro Gesù Cristo e al maestro moccia come fossero amici fraterni, elogi pubblici televisivi da padre cantalamessa, seminari sulla morte, l’amore, il denaro e le arti marziali inseriti in quello che veniva chiamato percorso di preevangelizzazione”, articoli su riviste divulgative di bassissimo livello (Vera magazine, un primo trafiletto, e Psychologies, accozzaglia di tecniche settarie e di manipolazione mista a disinformazione totale sulle terapie, i metodi e le tecniche, inframmezzata da pubblicità di profumi, creme anti invecchiamento, che ha dedicato ad arkeon tre pagine, magnificando le doti di moccia come psicologo, le qualità della tribe come equipe di formatori aziendali, l’innovazione dei metodi psicopedagogici delle due pedagogiste di “terre d’incontro”, le collaborazioni con “varie università italiane” senza preoccuparsi minimamente di verificare quanto pubblicava e rispondendomi in modo molto scortese quando glielo ho fatto notare).Ora che l’inconsistenza delle “lauree” del moccia è stata dichiarata pubblicamente, la tribe ha avuto il ito chiuso dalla Polizia e terre d’incontro pare per il momento scomparsa, sto meglio. Ho imparato che il “metodo” “arkeon” non esiste, non è codificato né codificabile, non nasce da una teoria e non dà origine a teorie (nella scienza entrambe le cose sono possibili, si chiamano induzione e deduzione). In realtà vito ha detto più volte che fa “ciò che lo spirito gli suggerisce”, e lo spirito non è una teoria né un metodo. In tv ha detto “il metodo è ciò di cui io mi occupo”, ma non si è mai degnato di scrivere 4 o 5 pagine di indicazioni su cosa volesse dire applicare questo cavolo di metodo (almeno fino al 2004, ora magari esistono dispense e compendi di teoria e clinica arkeoniana, ma ne dubito). Ho imparato, studiando in buona fede per dare dignità scientifica ai grossolani errori psicologici di vito, che non solo Freud ha abbandonato la teoria dell’abreazione (urla, sfogati, fai uscire il tuo dolore, fai salire l’emozione, scarica la rabbia che dentro di te è patogena ecc.), ma che da almeno 50 anni la comunità scientifica ha riconosciuto che tali metodi non sono solo inutili, ma hanno un doppio pericolo: generano dipendenza (dopo un po’ che non mi “sfogo” in un seminario comincio ad avere paura di accumulare tensioni, rabbie, “processi”, ansie, emozioni negative, che potrebbero farmi “esplodere” o succedere qualcosa di brutto, e quindi ho bisogno di ripetere i lavori), e procurano danni gravi alle menti in fase di sviluppo. Bambini, adolescenti, giovani adulti incentivati a sfogarsi diventano in realtà più aggressivi, cattivi, violenti, portati alla distruttività e a rischio di comportamenti devianti. (non lo dico io, ma la solita comunità scientifica, basta fare adeguate ricerche su riviste vere e non su ciò che si trova dalla parrucchiera o al centro di estetica. Per capirci, le riviste che hanno un senso si chiamano Journal of Psychology, Behaviour Research and Therapy, Cognitive Therapy and Research, Giornale Italiano di Psicologia, Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale… non Vera Magazine o Psychologies!!!).
Ho imparato che non bisogna mai dire “a me non succederebbe mai” perché l’umiliazione di essersi fatti incastrare in maniera così forte ed efficace da arrivare a credere ciecamente in teorie assurde ed inascoltabili è intollerabile ma tragicamente vera.
Ho imparato che le sette non ti dicono “vieni alla presentazione stasera, ti rovineremo la vita, ti riempirai di debiti, perderai tutti gli amici, i tuoi familiari penseranno che tu sia impazzito, crederai cose assurde, metterai a rischio la vita di tuo figlio, dipenderai in tutto e per tutto dalle paturnie di una estetista fallita e di un ragioniere arrogante”, altrimenti è chiaro che non ci sarei andato...
Ho imparato che la programmazione che viene eseguita sui nostri poveri cervelli è graduale, potente e difficile da riconoscere. L’effetto tipico della programmazione è l’illusione di avere avuto una illuminazione: le informazioni sono state ripetute più volte, in modo casuale, in piccole dosi, in momenti diversi, sfruttando stati alterati di coscienza, creando gradualmente un quadro d’insieme, che si forma nella nostra mente come se lo avessimo pensato ed intuito noi, non come qualcosa che ci è stato detto di credere, ma come qualcosa che abbiamo sempre creduto ma non eravamo mai riusciti ad esprimere, oppure come qualcosa di straordinario che finalmente ci ha dato accesso a quella parte di noi che credevamo di non ritrovare mai più (il sogno, il bambino interiore, chiamatelo come vi pare, in realtà è solo l’insieme delle frasi di programmazione pronunciate ad arte dal maestro, magari anche inconsapevolmente.
Mi fermo qui perché come al solito esagero e sono sicuro di annoiare più di qualcuno, però sappiate che sulla programmazione c’è molto da dire, e arkeon non è altro che quello: programmazione.

Carlo


grazie Carlo, come al solito sei stato chiaro ed esaustivo, mi stai aiutando a capire e mettere in chiaro molte cose.

Michela


Caro Carlo, questo post non l'avevo ancora letto. E' grandioso.
Il tuo lavoro avrebbe dovuto continuarlo Nicola, che per anni ha continuato a sentirsi un maestro ma che di fatto non lo era. E non sapeva che non lo sarebbe mai diventato se non avesse pagato il dovuto. Una cosa mi colpiva. Lui è psichiatra e quando mi ha detto "sai, qui dentro c'è anche l'ipnosi collettiva" mi sono detto ...questo è folle. Come pensa di eludere un condizionamento (programmazione) se anche lui è nel cerchio ad ascoltare l'indottrinatore ? Non si rende conto di essere a sua volta bersaglio di quella "ipnosi collettiva"? Come può essere fiero della completezza di questo "metodo" quando anche lui ne è vittima? Allora non avevo una simile lucidità, ma mi suonava strano.
Una nota sui numeri: io ho visto le statistiche che aveva Vito sui frequentanti ai seminari. Dall'alba dei tempi loro conteggiavano 600.000 frequenze (anche occasionali evidentemente). Numeri pazzeschi. Evidentemente lo "spazio" di Arkeon era molto grande!!

Alfa Omega

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