lunedì 19 aprile 2010

(8) Di cosa succede all’ Intensivo, altrimenti chiamato seminario residenziale “The Spirit of the Earth”

Quarto giorno di intensivo
La mattina sveglia alla solita ora. Ki- training e poi colazione. Il lavoro comincia più tardi, nel pomeriggio verso le 16.30-17.
Uomini e donne rimangono rigorosamente separati sia durante il ki-training, che a colazione e a pranzo. Il maestro dice di non parlare troppo con gli altri prima dell'inizio dei lavori e di "ascoltare quello che si muove dentro" perchè ci sarà tutto il tempo di parlare durante i gruppi che verranno fatti nel corso della giornata.
Quando è il momento, verso le 17, il maestro decreta l'inizio dei "lavori". Le donne si ritirano nel tempio a fare il "gruppo delle donne" mentre gli uomini si riuniscono in un altro spazio ( che può essere la sala chiamata discoteca o il prato vicino al tempio o dove il maestro ritiene meglio, purchè sia lontano dalla vista delle donne).

Il "gruppo degli uomini" è condotto dal maestro mentre quello delle donne è condotto da sua moglie o da qualche assistente femmina "allineata", cioè completamente "affidata al maestro", il che significa, tradotto per chi non è arkeoniano, indottrinata per bene.
Assomiglia ad un gruppo di secondo livello quando si facevano i gruppi degli uomini durante quel tipo di seminari, non so se adesso si fanno ancora. I partecipanti si mettono in cerchio e si comincia un estenuante giro di condivisione durante il quale il maestro ricorda come la madre separa i figli dal padre impedendo loro di realizzarsi come uomini, di come li consegni al pedofilo per suggellare il patto di fedeltà con lei, perversa genitrice, di come ci sia bisogno dell'umiltà per riconoscere la grandezza del padre ed invocare la sua benedizione, di come il mondo abbia bisogno di veri guerrieri centrati nel loro potere personale perchè "lì fuori sono delle belve", di come la discesa del sacro spirito sia possibile solo se ci si stacca dalla madre e si ottiene la benedizione del padre, di come un uomo che è legato alla madre abbia una "falsa identità di uomo" perchè il vero riconoscimento come uomo deriva dal padre e non può venire dalla parte materna, di come la propria madre abbia distrutto, agli occhi di loro bambini la figura del loro padre, di come questo processo di distruzione del maschile sia portato avanti anche dalle proprie compagne, di come bisogna mettere in riga le compagne perchè se non si viene annientati... e via e via in un crescendo di pompamento di questa "valenza maschile" che ha connotati apertamente misogini.
Le condivisioni vanno fatte tenendo in mano il "bastone sacro" (un bastone intagliato dal maestro in persona") che rappresenta il "sacro lingam", in soldoni, è un simbolo fallico.
Processi indotti, urla di dolore, scuse tragicamente urlate al proprio padre per averlo tradito a favore della madre, invettive contro le mogli o fidanzate che cercano di schiacciare il potere maschile o di sottrarre i figli maschi... Le solite storie arkeoniane ma molto pompate per l'occasione.
Inoltre, è anche una sorta di operazione di marketing per il maestro che insiste sul fatto che i padri si prendono tutta la mer... mentre i nonni hanno un altro rapporto con i nipoti più disteso e dove prevale l'affetto e che al pre-master si fa proprio questo lavoro con i nonni dove si sente "scendere la loro energia"... ecc. Anche se uno ha ricordato di avere il nonno pedofilo, in questa occasione l'abuso può venire considerato come una forma d'amore, distorta, ma d'amore (... come si dice... rivoltare la frittata???) e questo è senz'altro un motivo di confusione che viene inserito nelle menti di certuni.
Si può assistere anche alla "benedizione" che il maestro fa con la sua vera catana originale giapponese di non so quale secolo la cui lama ha ucciso non si sa quanti nemici.... mi sembra che una scena simile si possa vedere anche su un video di arkeon.
Ad un certo punto, verso la fine, arrivava una delle assistenti che guidavano il gruppo delle donne e chiedeva al maestro se poteva mandare un uomo a impersonare il padre o il pedofilo nel gruppo delle donne e il maestro ne sceglieva uno e lo spediva di là.

Quando il maestro riteneva che tutti fossero ben indottrinati e centrati nel loro potere personale, ci si doveva preparare "spiritualmente" per affrontare l'esercizio chiamato "LA FOSSA DEI LEONI".
Veniva detto che se non si era centrati come si deve, "quelle" ci avrebbero sbranato e quindi dovevamo stare molto attenti, dire grazie dopo ogni risentimento che ci sarebbe arrivato dal gruppo delle donne e mettere tutto la nostra energia nei nostri risentimenti.
L'esercizio della fossa dei leoni veniva fatto nel tempio. Gli uomini da una parte e le donne dall'altra. A quel punto era notte fonda e spesso io provavo un senso di irrealtà di fronte a quello che stava succedendo. Ci si disponeva in 3 file: quelli in prima fila stavano in seizàn, di3etro c'erano quelli seduti e dietro di loro quelli in piedi. Le donne erano nella stessa posizione, su 3 file (secondo il numero di partecipanti, le file potevano essere anche 2). Tutti, maschi e femmine, avevano una faccia dura e incazzata. Al suono del gong si cominciava il primo round in cui cominciavano le donne, a turno, a urlare i loro risentimenti. Non si doveva assolutamente accavallarsi con i risentimenti all'interno del proprio gruppo perchè questo significava mancanza di centratura; mi spiego meglio: quando uno sentiva che era il momento per fare un risentimento doveva farlo senza urlare contemporaneamente con un altro. Se succedeva che 2 persone cominciassero un risentimento insieme, una delle due si doveva zittire immediatamente (chi, dipendeva dalla quantità di potere personale del singolo). I risentimenti si facevano rispettando solo l'ordine di gruppo: prima un gruppo, mettiamo le donne, facevano i loro risentimenti, poi, al suono del gong, cominciava il turno dell'altro gruppo, quello degli uomini in questo caso.
C'erano 6 round, se non ricordo male: donne - gong - uomini - gong - donne - gong - uomini - gong- donne - gong - uomini - gong finale. Se qualche donna si permetteva di fare un risentimento al maestro, lui diceva grazie durante l'esercizio ma poi, appena finito l'esercizio, quando ancora erano tutti in posizione, vomitava sulla poveretta una tale mole di rabbia e violenza verbale che veramente non so come quella riuscisse a sopravvivere alla vergogna.
Ricapitolando: gli uomini e le donne prendono posto nel tempio divisi in due gruppi posti uno davanti all'altro. Al suono del gong cominciano le donne con i risentimenti. I risentimenti devono seguire una formula precisa e possono essere o generali (tipo "Uomini io risento con voi perchè mi avete trattata come un oggetto" e il gruppo degli uomini, all'unisono, deve rispondere urlando "Grazie") oppure personali (tipo "Pinco pallino risento con te perchè... dove il tale Pinco pallino può essere o non essere uno degli uomini presenti nel gruppo. Se è presente nel gruppo, il "Grazie" lo deve urlare solo lui, se non è presente nel gruppo, il "Grazie" lo gridano gli uomini tutti insieme. Se qualcuno non grida un bel grazie centrato, poi se la vede brutta.).
Quando è il turno del gruppo degli uomini la regola è la stessa.

Dopo questo esercizio si è tutti veramente stanchi. Il gruppo degli uomini si ritira e sia i maschi che le femmine si vanno a preparare per l' ESERCIZIO DELLA RICONCILIAZIONE. Ci si sistema come si può in tutta fretta e, nel frattempo le donne preparano il tempio con fiori ecc. per accogliere il "gruppo dei guerrieri" che ritorna con intenzioni meno bellicose.
Gli uomini fanno sentire alle donne che si stanno avvicinando battendo colpi di tamburo. Si entra nel tempio e ci si trova di nuovo davanti al gruppo delle donne, tutte carine (quanto possibile dopo quella giornata).
Anche la disposizione dei gruppi sottolinea un cambiamento nell'atmosfera. Durante l'esercizio della fossa dei leoni il gruppo delle donne si posiziona entrando a sinistra e il gruppo degli uomini a destra, mentre adesso il gruppo delle donne è davanti alla parete opposta l'entrata del tempio e il gruppo degli uomini si accomoda davanti a questo, dando le spalle alla porta.
Al centro della scena, davanti al gruppo delle donne è solitamente posizionata una statuina di grande effetto: rappresenta una donna seduta che al posto della pancia ha un grande geodo di ametista e davanti a lei viene posto un piccolo cero che illumina con i guizzi della fiamma i cristalli di ametista creando un effetto suggestivo. Questa statuina rimarrà nel tempio nei giorni seguenti e farà fare dei bei "processi col femminile" sia alle donne che agli uomini (ma più alle donne).
A questo punto comincia un giro libero di condivisioni sul modello "botta e risposta" che però devono seguire una formula precisa. Chi ha qualcosa da condividere all'altro (in generale o in particolare come nell'esercizio precedente) deve dire: "Pinco pallino condivido con te che... (sono onorata/o di essere la tua compagna/o, le mie scuse per essere stata/o inadeguata o non essere stata capace di accoglierti o quant'altro) e sempre il grazie deve seguire o dalla bocca dell'interessato (se presente) o dalla bocca di tutto il gruppo (se assente). In questo caso non si fa prima un gruppo e poi l'altro, se non ricordo male, ma è misto.
Dopo tutte queste belle professioni di amore e riconciliazione, donne e uomini ormai riconciliati, si mettono a cantare una canzoncina, guardandosi profondamente negli occhi. La canzoncina dice: "Tu, tu chi sei? Tu che sei davanti a me, tu chi sei? Io sono te, sono te in un'altra forma, sono te." E si continua per un po' a cantarsela guardandosi con occhi pieni di lacrime d'amore....
Poi il maestro dice qualche buona parola sull'amore ecc. e tutti sono liberi di andare a passare il resto della notte come credono meglio. Si sono fatte circa le 3 di notte e ricordiamoci che, comunque, la mattina dopo la sveglia è alle 7.


La descrizione di cosa succede nel gruppo delle donne ve la farò avere non appena la mia amica me la manderà. Prego comunque chiunque voglia intervenire con il suo racconto di farlo senz'altro perchè le persone che hanno fatto questo tipo di seminario sono tantissime ed è un peccato sentire solo il mio modesto racconto che, per quanto cerchi di particolareggiare, dimentica sempre qualcosa. Mi riferisco, per esempio, alle musiche che accompagnano vari momenti dell'intensivo e che io non ho descritto e magari anche tante altre cose che ho mancato di descrivere ma che possono avere una loro importanza nel contesto....

- continua -

Tiresia