Chi arriva con il treno prende il taxi. Una volta veniva organizzato un pullmino per chi arrivava alla stazione di Ostuni, ora non so.
Il giorno dell'arrivo ci si reca al banchetto degli organizzatori per registrarsi e pagare il costo del seminario. Al momento della registrazione, viene consegnata al partecipante una cartellina che contiene: una penna, un quaderno (piccolo) e alcuni fogli su cui è stampato il programma del seminario (in realtà non c'è scritto un bel niente: i giorni sono suddivisi in quadratini e su ogni quadratino c'è scritto "Vision 1" "Vision 2" "Lunch" ecc. - forse il fatto che sia scritto in inglese vuol inserire il lavoro in un contesto internazionale... non so) e alcuni brani di autori vari.
Riporto il brano firmato dal maestro:
" Come esseri spirituali noi creiamo il mondo fisico come luogo per imparare. Siamo qui per guidare il processo della creazione e per imparare come canalizzare consapevolmente l'energia creativa dello spirito in una forma fisica. La gioia è l'armonia in cui spirito e forma si incontrano in noi.
Ciascuno di noi è il centro del proprio universo che è in continua trasformazione. La scelta che facciamo è utilizzare la realtà come specchio per evitare la cecità dell' auto-percezione. L'idea che ho di me corrisponde realmente a ciò che gli altri vedono di me?
Nella nostra vita da adulti abbiamo sperimentato solo una parte di noi stessi, con la sensazione che stavamo perdendo qualcosa, e ciò ci ha impedito di essere nella gioia e nell'equilibrio. Quello che abbiamo espresso nelle nostre azioni e nelle nostre relazioni è stato il tentativo di essere "interi" e "felici", cercando qualcosa che giungesse dall'esterno. Con tale aspettativa, inevitabilmente, siamo andati incontro a situazioni che hanno creato frustrazione, risentimento o rabbia. Da questo sono derivate le nostre dipendenze, le incertezze, le fughe, la sfiducia, l'insoddisfazione, ed è così che abbiamo creato solitudine e dolore nella nostra vita.
Esplorare la relazione fra corpo ed emozioni ci consente di scoprire le nostre potenzialità nascoste. La paura, la tristezza, il risentimento, la rabbia, la chiusura ci separano da ciò che realmente siamo. Esprimere tali emozioni ci permette di esplorare consapevolmente il nostro lato oscuro per ricreare quello spazio in noi in cui siamo liberi ed in grado di riconoscere l'amore attraverso il quale possiamo crescere integrando la forza, il coraggio e la vulnerabilità con il nostro potere personale.
La forza vitale è nelle nostre radici. Senza radici non vi è fioritura.
La nostra infanzia è determinante per ciò che siamo. Il trauma dell'infanzia ha prodotto molte nostre difese ed atteggiamenti nella vita.
Il bambino ha in sè un incredibile potere ed una grande bellezza; in esso possiamo scoprire creatività, gioco e meraviglia.
L'esperienza è strumento per la consapevolezza e ci consente di entrare in connessione con il Sè, con Dio e con il mondo in cui viviamo. Il linguaggio verbale, il linguaggio del corpo e la comunicazione psichica sono in stretta correlazione tra loro. Il modo in cui viviamo le nostre relazioni nella nostra vita adulta deriva direttamente dai modelli familiari della nostra infanzia. Lasciar andare il passato e perdonare ci consente di realizzare le nostre potenzialità sopite e di giungere a livelli di conoscenza e di consapevolezza più elevati.
L'intimità è una esperienza attraverso la quale possiamo condividere il nostro spazio personale con gli altri. Il livello di intimità è relazionato ai confini personali che a loro volta sono determinati dalla cultura e dalle esperienze di vita. L'intimità è quello spazio protetto in cui possiamo esplorare la polarità tra fiducia e paure.
L'apertura del cuore ci permette di approfondire la consapevolezza dell'unità dentro di noi. La connessione con il cuore è l'essenza dell'amore senza condizioni, per tutto il Creato.
Connessi alla terra, in questo mondo fisico in cui viviamo l'esperienza dell'essere uomini e donne, la nostra intenzione è chiarire e rendere più profondo il legame con le nostre origini spirituali, ed onorare l'integrità, la verità e la bellezza in noi. "
Firma del maestro.
Segue un brano di cui non è indicato l'autore:
"Il fuori e il dentro non sono due movimenti separati. Le acque del mare si ritirano dalla riva, poi le stesse acque tornano e si infrangono sulla riva, sulle scogliere. Dato che abbiamo separato l'esterno dall'interno, nasce la contraddizione, la contraddizione che genera conflitto e dolore. La divisione tra fuori e dentro è irreale e illusoria, ma noi teniamo l'esterno totalmente separato dall'interno forse questa potrebbe essere una delle principali cause di conflitto, eppure non sembriamo mai in grado di imparare - imparare non memorizzare, imparare, che è una forma di movimento continuo - imparare a vivere senza questa contraddizione.
Il fuori e il dentro sono una sola cosa, un movimento unitario, non separato, ma intero. Forse si può comprenderlo intellettualmente, accettarlo come affermazione teorica o concetto intellettuale ma, quando si vive di concetti, non si impara mai. I concetti diventano statici. Puoi cambiarli, ma la trasformazione stessa di un concetto in un'altro è a sua volta statica, fissa.
Ma sentire, avere la sensibilità di vedere che la vita non è un movimento di due attività separate, l'esterno e l'interno, vedere che sono una sola cosa, rendersi conto che il rapporto tra i due è il movimento, è il flusso e il riflusso della sofferenza e del piacere, della gioia e della depressione, della solitudine e della fuga, percepire non verbalmente la vita come un insieme, non frammentata, non frantumata, vuol dire imparare. Imparare questo, però, non è questione di tempo, non è un processo graduale, perchè allora il tempo diventerebbe ancora un qualcosa che divide. Il tempo agisce nella frammentazione dell'intero.
Ma quando ne percepiamo in un istante la verità, allora ecco davanti a noi l'azione e reazione, all'infinito, la luce e il buio, il bello e il brutto.
Ciò che è intero e totale è libero dal flusso e riflusso della vita, dell'azione e reazione. La bellezza non ha opposti. L'odio non è l' opposto dell'amore."
Seguono 2 brani firmati Krishnamurti che vale la pena riportare, a mio modesto parere
-continua-
Tiresia