io non ho esperienze dirette in Arkeon
ma l’ho comunque vissuta indirettamente dato che una mia carissima amica è entrata a far parte di quella che tu ora definisci giustamente setta.
Fui solamente invitata dietro richiesta della mia amica a partecipare ad una riunione preliminare, volta a cercare di far entrare persone all’interno di Arkeon.
A turno ogni persona già inserita nella setta, magnificava la propria esperienza in Arkeon, tutti sembravano essere felici, ognuno parlava della propria vita fatta di depressione, sventure e poi di questo fantastico incontro con Arkeon e il suo maestro capace di ridare loro felicità, quella felicità che sognavano ma che mai con i mezzi tradizionali avevano ottenuto.
Successivamente “i nuovi” avrebbero invece dovuto raccontare cosa nella loro vita non andava, o meglio il proprio desiderio di cambiamento… (che naturalmente Arkeon avrebbe offerto loro su un piatto d’argento)
ricordo che in quel frangente pensai fra me e me quanto tutto fosse assurdo.. io non avevo bisogno di nessuno per modificare il mio stato di cose, stavo bene con me stessa, i miei erano problemi risolvibilissimi con un po’ di buona volontà ed impegno.
Venne così il mio turno e ricordo che dissi proprio questo e fui anche l’unica ad esprimere un concetto del genere.
Credo che il maestro abbia pensato che non fossi esattamente il suo prototipo di adepta; essere già positivi, propositivi e riuscire a capire da soli che la tua vita funziona o che può funzionare, toglie spazio ad un eventuale tentativo di plagio.
Ma non tutti sfortunatamente hanno questa capacità, vuoi perché più deboli di carattere o vuoi perché nella vita si attraversano momenti di estrema fragilità dovuti magari a problemi molto seri e di conseguenza mi rendevo conto quanto altrettanto fosse facile cadere nella trappola per chi sta male.
La mia amica invece si era buttata anima e corpo in questa esperienza, partecipava ai vari seminari, - così li definiva -, riteneva che i soldi spesi fossero necessari alla sua “guarigione”.
La cosa che mi sconvolse fu quando il maestro le inculcò che i suoi problemi fossero riconducibili ad uno stupro subito da bambina da parte di suo padre e di conseguenza la invitava a staccarsi da lui.
Trovavo tutto ciò assurdo, irreale e mi stupivo di come la mia amica, persona intelligente e per nulla ingenua potesse credere a ciò che le venisse detto.
Il plagio è l’unico termine adatto per spiegare questa involuzione di pensiero.
Ora ne è uscita fortunatamente…
Vaniglia