domenica 9 maggio 2010

Arkeon: l'altra faccia del Mulino Bianco


Così come ho riportato gli scritti di Tiresia tratti dal forum del Cesap, riporterò nei prossimi giorni le testimonianze di altre persone che hanno frequentato quei seminari e che più mi hanno colpito per il loro contenuto.

Ho fatto parte di un gruppo Arkeon quando ancora si chiamava Reiki, fortunatamente per un breve periodo (dieci mesi, più o meno). Questo lasso di tempo è stato sufficiente per capire che tale gruppo si stava trasformando in una setta vera e propria, dove la figura del maestro o della maestra è intoccabile e ogni sua affermazione indiscutibile quasi fosse un dogma divino.

Sono arrivata in questo gruppo dopo un periodo molto negativo, sicuramente ero indebolita psicologicamente. Come spesso accade, ho sperimentato il fenomeno del cosidetto “love bombing”, all’inizio tutto quello che facevo o dicevo andava bene e incontrava approvazione. La maestra Reiki attorno al quale ruotava il gruppo, mi spinse ad allacciare una relazione con un uomo che come me frequentava i seminari, e per qualche tempo questa relazione procedette abbastanza bene. Forse troppo bene…dopo alcuni mesi, quando io mi ero ripresa e fortificata, probabilmente venne fuori il mio carattere autonomo e poco malleabile. Rispettavo la maestra ma non la consideravo una sorta di divinità come sembravano fare le altre persone del gruppo, sicuramente non avevo intenzione di delegare a lei il controllo della mia vita o di mettermi a suo servizio. Nel frattempo era nato Arkeon e la maestra portava nel gruppo i dogmi del suo leader: rabbrividisco ancora quando ripenso che alle donne veniva predicato di sottomettersi totalmente al loro compagno, rinunciando alle loro legittime ambizioni personali. A un certo punto la maestra decise che dovevo separarmi dall’uomo con cui avevo una relazione, in quanto, a suo dire, io bloccavo la sua crescita e il suo “passaggio con il padre”. I discorsi sono quelli che molti avranno conosciuto: “tu sei fedele a tua madre, sei il suo braccio armato”, “Tu hai interesse a farlo restare un eterno bambino, un senza palle.” In realtà, come ho compreso solo successivamente, la maestra temeva che lo distogliessi dall’idea di diventare maestro e allontanassi per lei la possilità di intascare una bella cifretta: ricordo bene che l’atteggiamento di lei nei miei confronti è cambiato allorquando una persona chiese a lui se aveva in progetto di diventare maestro e lui rispose di no (peraltro senza alcuna influenza da parte mia, non ne avevamo mai parlato).

Da quel momento, sono stata attaccata dalla “maestra” con una violenza inaudita, mi ha accusato di essere una donna malvagia e diabolica, una donna che nessun uomo avrebbe voluto, ma adesso le sono grata, perché è stato proprio il suo insultarmi in maniera esagerata, tirando fuori degli argomenti che non stavano né in cielo né in terra, che mi ha aperto gli occhi e mi ha indotto a uscire dal gruppo per non rientrarvi più.

Parecchi mesi dopo, ho saputo che quello che era capitato a me era successo anche ad altre donne: alcune si sono ritrovate con la vita totalmente sconvolta, perché avevano rotto completamente i rapporti con le loro famiglie (i cui membri venivano accusati di crimini ripugnanti come la pedofilia o l’incesto), avevano lasciato il lavoro e la casa in cui abitavano per vivere con uomini che dopo poco tempo le hanno piantate “su ispirazione dei maestri”. E anche in questo caso, la verità era che, volendo condurre i loro compagni verso la maestria (modica spesa all’epoca 30 milioni), i maestri avevano deciso che queste donne, non abbastanza convinte o passive, rappresentavano un ostacolo al loro piano.
Fortunatamente, per quanto mi riguarda, non avevo commesso follie tali da farmi piombare nella disperazione e ascoltare queste testimonianze mi ha convinto ancora di più della bontà di aver abbandonato il gruppo.


Spero che dopo la trasmissione di Costanzo qualcuno apra gli occhi su questi sedicenti maestri che adorano come unico dio, il Dio Denaro. Su questo sito ho avuto il piacere di vedere che alcune persone che all’epoca facevano parte del mio stesso gruppo, ne sono fortunatamente uscite fuori, e spero che altri, prima o poi, aprano gli occhi e seguano il loro esempio.

Ringrazio le persone del Cesap per la loro azione, che spero induca la magistratura e le forze dell’ordine ad agire.

Mari